Stati Uniti d’America

Terremoto nelle classifiche delle Università americane

L’abbandono di Yale e Harvard per la metodologia che terrebbe in scarsa considerazione gli sforzi per reclutare studenti di classi sociali svantaggiate

Lezioni in corso
(Ti-Press)
17 novembre 2022
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Yale e Harvard escono sbattendo la porta dalle classifiche delle migliori università d‘America stilate annualmente da ‘Us News and World Report’. L’annuncio delle Law School dei due atenei dell’Ivy League ha fatto traballare il sistema con cui si stilano queste classifiche in cui entrambe le università storicamente occupano i primissimi posti.

A motivare la decisione, per come l’hanno spiegata i presidi delle due scuole, è stata la metodologia usata nelle classifiche che tengono in scarsa considerazione gli sforzi per reclutare studenti di classi sociali svantaggiate, assicurare aiuti finanziari in base alle necessità e incoraggiare i laureati a cercare lavoro nel servizio pubblico e non solo con studi legali che promettono paghe astronomiche anche ai neo-avvocati.

I ‘ranking’ di ‘Us News’, basati in buona parte sulle risorse a disposizione, sono da tempo sotto accusa nel mondo accademico americano, finora però le università si erano piegate al sistema fornendo, anno dopo anno, i dati richiesti per entrare in classifica. Le Scuole di Legge di Harvard e Yale, che hanno sempre occupato le prime posizioni avendo risorse sterminate, hanno scritto una lettera aperta annunciando che non collaboreranno più.

"È diventato impossibile conciliare i nostri principi e i nostri impegni con la metodologia e gli incentivi che riflettono le classifiche di ‘Us News’", ha detto il ‘dean’ di Harvard, John Manning. Lui e la collega di Yale, Heather Gerken, hanno spiegato di essersi mossi dopo che, con un gruppo di altri atenei, hanno contattato la rivista e sono stati respinti. La Gerken in particolare ha attaccato i ‘ranking’ di ‘U.S. News’ come una operazione "commerciale" profondamente "difettosa". Tra i parametri sotto accusa c’è quello del debito introdotto due anni fa: può riflettere generosi aiuti finanziari agli studenti più poveri, ma anche, ha osservato Manning, che l’università ha ammesso un gran numero di studenti ricchi che non avevano bisogno di indebitarsi per pagare le rette.

È da vedere d’altra parte se il ritiro delle due Law School – Yale quest’anno al primo posto, Harvard al quarto – risulterà letale per il sistema delle classifiche, strombazzate per farsi pubblicità dagli stessi atenei che li contestano, se il risultato ottenuto è di loro soddisfazione.

Secondo il ‘New York Times’ i ‘ranking’ sono uno dei pochi strumenti basati su dati apparentemente oggettivi a disposizione degli aspiranti iscritti per valutare se un ateneo è meglio di un altro. I dati però possono essere facilmente manipolati: la scorsa estate un altro ateneo Ivy, la Columbia University, si era ritirato dal sistema delle classifiche dopo aver avviato una revisione dei dati forniti, da cui è emerso che il secondo posto in classifica era largamente immeritato in quanto le informazioni non erano corrette. ‘Us News’ ha mantenuto Columbia in classifica spodestandola però al 18esimo posto.

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