Estero

Tutti gli uomini (e le poche donne) di Meloni

Ecco chi sono e da dove vengono i 24 ministri del nuovo governo italiano, il primo guidato da una donna

(Keystone)
21 ottobre 2022
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Va detto che dava una certa soddisfazione vederli lì ordinati e composti e con le orecchie un po’ basse, Matteo Salvini Silvio Berlusconi e gli altri maschietti alfa, mentre davanti a loro la prima donna alla presidenza del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, presentava la nuova squadra di governo. Un annuncio a tempo di record, "pronti, via", subito dopo aver ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Poi uno guarda meglio le facce, e l’entusiasmo magari si spegne un po’. Non solo perché le donne sono meno che durante il governo Draghi (6 invece di 8 e con incarichi meno ‘pesanti), ma anche perché volti e storie dei ministri – 24, uno in più rispetto all’ultimo esecutivo, di cui 9 senza portafogli – recano spesso con sé il ricordo d’un passato non proprio rassicurante. Vediamo chi sono.

Una scelta di continuità istituzionale è quella, ventilata da tempo, di Giancarlo Giorgetti all’Economia. Il "leghista dal volto umano", vicesegretario della Lega, è un draghiano di stretta osservanza: con l’ex eurobanchiere stava allo Sviluppo economico. Su di lui si poserà comunque l’ombra di Matteo Salvini, pur declassato alle Infrastrutture, dove potrà comunque continuare la sua perenne guerra ai "barconi", che tanto cara gli fu quando faceva la spola tra il Viminale e il Papeete. Al ministero dell’Interno peraltro andrà un tecnico d’area leghista, Matteo Piantedosi, già prefetto e capo di gabinetto dello stesso Salvini al ministero, col quale il Capitano scrisse i "decreti sicurezza" per azzoppare il sistema d’accoglienza italiano. Alfredo Mantovano, ex magistrato e tecnico, sarà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, braccio destro (ops) di Meloni.

Ha retto miracolosamente la nomina agli Esteri di Antonio Tajani – ex monarchico poi forzista, pontiere di Silvio Berlusconi in Europa – che aveva vacillato dopo le imbarazzanti dichiarazioni filoputiniane dello stesso patriarca di Forza Italia (la storia della vodka e del lambrusco, per capirci). Alla Difesa andrà invece un imprenditore e lobbista delle armi, Guido Crosetto di Fratelli d’Italia (Fdi), giudicato un moderato rispetto ad altri esponenti del partito di Meloni.

Alla Giustizia troveremo uno dei pochi tecnici di questo governo, il magistrato Carlo Nordio. Ha seguito importanti inchieste dalle Brigate Rosse fino a Mani Pulite. Si prende invece le Riforme istituzionali la forzista Maria Elisabetta Alberti Casellati, avvocata molto vicina a Berlusconi, che come ricorda ‘Il Post’ cercò di scagionare pubblicamente ai tempi dello scandalo di Ruby Rubacuori (disse che davvero Mubarak gli aveva raccontato che quella minorenne era sua nipote). Alberti Casellati, d’altro canto, è una politica di lunga esperienza ed è la presidente del Senato uscente. Il team dei giuristi non è dei più giovani, visto che lei ha 76 anni e Nordio 74.

Il ministro della Cultura sarà Gennaro Sangiuliano, giornalista, vicedirettore di Libero prima e del Tg1 poi, direttore del Tg2 e autore di libri su Putin e altri leader mondiali a dir poco discutibili. Militante del Fronte della gioventù e poi del Movimento sociale italiano, un dottorato in Giurisprudenza, ha allineato le sue testate prima a Salvini, poi a Meloni. Nei mesi scorsi, scrive ‘Domani’, l’attuale presidente del Senato Ignazio La Russa aveva ammesso candidamente il fatto che Sangiuliano si era messo a disposizione come co-sceneggiatore del programma di Fdi.

Frontista e missino è anche Adolfo Urso, neoministro dello Sviluppo economico, delle imprese e del Made in Italy (dicitura nuova, quest’ultima). Ha sgambettato nel Fronte della gioventù anche Francesco Lollobrigida (Agricoltura e sovranità alimentare, anche questa una nuova aggiunta che ricalca l’analogo ministero francese). Lollobrigida è stato tra i fondatori di Fdi, è cognato di Meloni e politico di professione. Quanto a simpatie neofasciste non rassicura neppure la nomina al Turismo di Daniela Santanché, transfuga berlusconiana e socia d’affari delle discoteche di Flavio Briatore, che giura d’avere sul comodino una testa in legno di Benito Mussolini ("bellissima", ci tiene a precisare secondo quanto riporta ancora ‘Il Post’). Si troverà probabilmente bene con la nuova ministra della Famiglia, della natalità e delle pari opportunità Eugenia Roccella, un’ex radicale che negli anni Settanta scriveva testi femministi, poi è diventata la biografa di Berlusconi e ora ha posizioni sulla famiglia, l’aborto e gli omosessuali che Torquemada al confronto è un moderato.

Da Fdi vengono infine Raffaele Fitto (Affari europei con delega al delicatissimo Pnrr, il piano di rilancio dal quale dipendono enormi fondi europei) e Luca Ciriani ai Rapporti col parlamento. Come pure due ex politici regionali: il presidente siciliano Nello Musumeci (assegnato alle esotiche ‘Politiche del mare e del Sud’) e il piemontese Gilberto Pichetto Fratin all’Ambiente.

Tornando alla Lega spunta il nome di Roberto Calderoli agli Affari regionali. Considerato un efficientissimo uomo della macchina parlamentare, è però anche noto per la riforma elettorale che prende il suo nome e che lui stesso definì "una porcata". Più volte ministro nei governi di centrodestra, è anche quello che nel 2013 paragonò a un orango l’allora ministra delle Pari opportunità Cécile Kyenge, di colore, beccandosi una condanna. Di lui si ricorda anche l’elegante invito agli immigrati musulmani a "tornare nel deserto a parlare con i cammelli o nella giungla con le scimmie". In quota Lega anche la ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli, già vicesindaco di Como ai tempi delle polemiche per il divieto ai senzatetto di fermarsi in centro città, ma pure proveniente dall’esperienza di educatrice proprio con persone disabili.

Il ministero dell’Istruzione e del Merito (sic) sarà guidato dal giurista Giuseppe Valditara, vicino a Salvini e già allievo di Gianfranco Miglio, ideologo della prima Lega, prima che il papà del Carroccio Umberto Bossi lo liquidasse definendolo "una scoreggia nello spazio". Giurista, ma di Forza Italia, anche Anna Maria Bernini, già membro degli esecutivi Berlusconi, avvocata e professoressa di diritto. Forzista pure Paolo Zangrillo (Pubblica amministrazione), ex manager Fiat e fratello del medico personale di Silvio Berlusconi.

A proposito di medici, alla Salute sale il tecnico Orazio Schillaci, docente di Medicina nucleare. Il Corriere della Sera lo definisce "discreto, grandissimo lavoratore, molto preciso e puntuale". Dovrà affrontare il ripensamento della sanità italiana dopo che la pandemia ne ha messo definitivamente a nudo le debolezze. Chiudiamo la lista con Marina Elvira Calderone, vicina a Fratelli d’Italia ma anche al reddito di cittadinanza, giuslavorista che andrà al Lavoro e alle politiche sociali dopo aver perso la corsa per la presidenza dell’Inps (nel Cda della previdenza pubblica entrò invece il marito) e l’altro Fdi Andrea Abodi, che dopo una carriera nelle istituzioni sportive pubbliche e parapubbliche guiderà il ministero Sport e giovani.

Domani alle 10 il giuramento del nuovo esecutivo di fronte a Mattarella.