Lanciata l’operazione "Breaking Dawn”. Ucciso un capo della Jihad: tra i 50 feriti anche una bambina di 5 anni. Risposta palestinese: “Lanciati 100 razzi”
Lampi di guerra a Gaza. Dopo giorni di minacce da parte della Jihad islamica della Striscia, Israele ha lanciato l’operazione ‘Breaking Dawn’ con attacchi aerei sull’enclave palestinese che hanno ucciso Tayasir Jabari, comandante del settore nord dell’organizzazione. In tutto - secondo l’ultimo bilancio del ministero della sanità locale - i morti sono circa 10 e 50 i feriti e tra questi una bambina di 5 anni.
L’esercito israeliano ha riferito di almeno 15 membri della Jihad colpiti nei ripetuti attacchi (due ondate, una nel primo pomeriggio, l’altra in serata) sulla Striscia che hanno centrato strutture militari della Jihad, siti di lancio di razzi e un appartamento a Bourj Falastin, un edificio di dieci piani destinato ad uffici, situato nel pieno centro di Gaza City nel quale si erano nascosti Jabari e altri dirigenti della Jihad. In serata è arrivata la reazione della Jihad, dopo i funerali in serata di Jabari.
Il leader politico dell’organizzazione Ziad Nahaleh aveva minacciato che "Tel Aviv e tutte le altre città israeliane sono nel mirino" dei razzi da Gaza. Poi si è passati ai fatti: Sarebbero 100 i razzi partiti dalla Striscia. Ma i portavoce hanno già precisato che si tratta solo dell’inizio della reazione all’attacco israeliano. Fonti militari israeliane, citate dalla televisione pubblica, hanno confermato per il momento "decine di lanci, oltre 40". Finora non si ha notizie di vittime in Israele. Secondo i media israeliani, stasera solo la Jihad islamica ha sparato da Gaza, mentre per ora Hamas non ha partecipato ai combattimenti.
"Il nemico - ha proclamato la fazione chiedendo ad Hamas di unirsi alla lotta a Israele - ha lanciato una guerra contro il nostro popolo". Abu Mazen da Ramallah ha condannato la mossa israeliana definendola "una aggressione" contro il popolo palestinese ed ha chiesto alla Comunità internazionale di intervenire. Il premier Yair Lapid - in stretto collegamento con il ministro della difesa Benny Gantz - ha spiegato che ‘Breaking Dawn’ è "un’operazione per rimuovere una minaccia concreta nei confronti di cittadini israeliani e nelle zone vicine a Gaza". "Il governo di Israele - ha aggiunto - non permetterà ai terroristi di minacciare cittadini. Chiunque cerchi di colpirci, sappia che lo raggiungeremo".
Gli effetti dei razzi israeliani (Keystone)
L’esercito ha rinforzato gli effettivi della divisione ‘Gaza’ lungo la Striscia e dichiarato "una allerta speciale" sul fronte interno del Paese. L’Iron Dome, il sistema di difesa anti missilistico, è stato schierato per coprire fino a 80 chilometri all’interno di Israele, quindi compresa Tel Aviv. In molte città - soprattutto quelle più vicine alla Striscia - per tema dei possibili razzi sono stati aperti i rifugi pubblici, i voli in partenza e in arrivo all’aeroporto Ben Gurion deviati lungo una rotta più a nord. Ma soprattutto è stato avviato il richiamo di circa 25 mila riservisti.
Era da giorni che la situazione con Gaza montava: da quando l’esercito israeliano ha arrestato in Cisgiordania Bassen a-Saadi (62 anni), leader della Jihad islamica nei Territori. Una unità speciale israeliana lo aveva sorpreso durante una sua breve visita notturna alla famiglia, nel campo profughi di Jenin. Da quel giorno è stato uno stillicidio di minacce da parte dell’ala militare della Jihad, le brigate al-Quds, che hanno messo in massima allerta Israele con la chiusura dei valichi, la riduzione delle normali attività lungo la frontiera ed hanno indotto Lapid ad anticipare i tempi con l’attacco di oggi.
Jabari era da tempo nel mirino di Israele: come ha spiegato l’esercito, è stato "responsabile di multipli tentati attacchi contro civili israeliani". Jabari aveva sostituito Baha Abu al-Ata, comandante in campo che era stato ucciso durante il conflitto con Israele del 2019. Nella sua nuova funzione era stato individuato dall’esercito come autore di numerosi lanci di razzi verso Israele. Ora - come trapelato nei giorni scorsi - si attende una possibile mediazione dell’Egitto che possa mettere fine alle ostilità di quello che potrebbe diventare - se anche Hamas decidesse di scendere in campo - il quarto conflitto aperto con Gaza dal 2012 a oggi.