Nel frattempo il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer ha invocato le elezioni politiche anticipate nel Regno Unito
Rishi Sunak, ex cancelliere dello Scacchiere britannico dimessosi a inizio settimana nell’ambito della crisi che ha portato alla caduta di Boris Johnson, ha formalizzato oggi la sua candidatura alla successione di BoJo come leader Tory e futuro primo ministro.
"Ricostruiamo la fiducia, rilanciamo l’economia e riunifichiamo il partito", è lo slogan del 42enne Sunak, sostenitore della Brexit, ma figura pragmatica, di origini familiari indiane, noto per i buoni rapporti con la City dove ha fatto carriera prima di entrare in politica.
Il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer ha invocato le elezioni politiche anticipate nel Regno Unito come risposta "al caos e all’instabilità" causati dalle dimissioni del premier conservatore Boris Johnson.
Lo ha fatto nel corso di una conferenza stampa tenutasi dopo che è stato "scagionato" dall’accusa di aver violato le regole anti-Covid durante un evento elettorale in Inghilterra nel 2021, in quello che è stato definito il "beergate", di dimensioni più piccole e senza conseguenze rispetto al Partygate fatale per BoJo insieme ad altri scandali.
Starmer ha ostentato una certa sicurezza per aver evitato una multa della polizia, che, come promesso da lui stesso, lo avrebbe portato a dimettersi. Ha quindi rilanciato la richiesta che Johnson "lasci subito" Downing Street per non attendere l’iter di nomina del successore alla guida dei Tory e il passaggio di consegne in autunno al nuovo primo ministro. Serve quindi un governo di segno diverso per riformare un Paese che ha preso "una pericolosa china" e Starmer si fa avanti con la sua leadership alternativa ai Conservatori. Ha rilanciato inoltre l’iniziativa di una mozione di sfiducia contro Johnson da presentare in Parlamento prima della pausa estiva che scatta il 22 luglio. Appare comunque molto difficile che queste iniziative possano modificare la tabella di marcia scelta dal partito di maggioranza nella transizione verso il dopo Johnson.