Estero

Assalto russo al Donetsk, pioggia di bombe su Sloviansk

Colpito il mercato di uno degli ultimi centri del Donetsk ancora in mano ucraina

(Fonte: Telegram)
5 luglio 2022
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L’offensiva russa nel Donbass, dopo la conquista del Lugansk, prosegue con la stessa strategia anche in Donetsk: fuoco incessante di artiglieria e raid aerei per fiaccare il nemico prima di sfondare con le truppe nei centri abitati. Il prossimo obiettivo dell’Armata di Putin è Sloviansk, sottoposta a intensi bombardamenti da tre giorni, con morti e feriti, mentre le poche migliaia di persone rimaste in città sono state invitate a scappare dalle autorità.

Civili che continuano ad essere le prime vittime di questo conflitto, come ha denunciato l’alta commissaria dell’ONU Michelle Bachelet. Ricordando che finora sono stati documentati quasi 5000 morti, tra cui 335 bambini, e migliaia di feriti.

Dopo essersi lasciati alle spalle le macerie di Severodonetsk e Lysychansk, i russi avanzano lentamente da Lyman verso il sud-ovest, bersagliando da lontano le città principali del Donetsk ancora sotto il controllo di Kiev: Kramatorsk e soprattutto Sloviansk, un luogo simbolo per i secessionisti filo-Mosca, da cui nel 2014 scatenarono la loro guerra di "liberazione" contro Kiev. Proprio Sloviansk è stata oggetto di "massicci bombardamenti" in diversi quartieri, ed un raid ha colpito anche un mercato nel centro (due i morti e almeno sei feriti, oltre alle sei vittime di domenica), ha riferito il sindaco Vadim Liakh. Che ha lanciato un nuovo appello alla popolazione a fuggire. Degli oltre centomila abitanti che contava la città prima della guerra, ne sono rimaste poche migliaia, e nonostante tutto ancora riluttanti ad abbandonare le loro case.

Gli ucraini mantengono la linea di difesa più sud, dopo una ritirata tattica dalle zone in cui la superiorità russa era diventata schiacciante. "Mentre si combatteva nel Lugansk, abbiamo costruito nuove fortificazioni nella regione di Donetsk e le truppe si sono spostate lì", ha spiegato l’ormai ex governatore Serghiy Gaida.

E secondo l’intelligence britannica la strategia di Kiev è corretta. Perché in questo modo i militari ucraini si sono compattati e sono più vicini alle linee di rifornimento. E più tempo resisteranno, più potranno contare sull’arrivo di nuove e moderne armi occidentali, mentre al contrario Mosca comincia ad avere problemi di rifornimento di munizioni per il fronte.

La battaglia del Donetsk si annuncia quindi molto logorante, e lunga, ma al Cremlino l’ordine resta quello di tenere sotto assedio tutta l’Ucraina. Lo dimostrano i tre vettori di missili da crociera ancora schierati nel Mar Nero, che secondo il governo di Kiev sono pronti a 20 lanci in simultanea. Mykolaiv, una delle principali città della costa, continua ad essere bersaglio di missili. Perché Mosca non sembra aver rinunciato all’obiettivo di privare l’Ucraina di ogni accesso al mare.

Sempre sul fronte meridionale la controffensiva prosegue a Kherson, dove unità di aviazione, missili e artiglieria continuano a colpire i depositi e le truppe del nemico. Ma a Mosca si continua ad ostentare sicurezza, e come ulteriore gesto di sfida le autorità occupanti hanno piazzato al comando della regione un funzionario dei servizi di sicurezza dell’FSB.

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