È quanto emerge da una discussione tra la deputata Liz Cheney e il leader dei repubblicani alla Camera Kevin McCarthy
Imbarazzo e polemica nel Grand Old Party dopo le rivelazioni del libro di due giornalisti del New York Times secondo cui i due massimi esponenti repubblicani al Congresso, il leader dei repubblicani al Senato Mitch McConnell e quello alla Camera Kevin McCarthy, dissero ai loro colleghi di partito che ritenevano l’allora presidente Donald Trump responsabile dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio e lo volevano fuori dai giochi.
McCarthy ha negato, ma poche ore dopo è spuntata una registrazione audio nella quale afferma di voler chiedere le dimissioni di Trump per quell’assalto. Si tratta di una conversazione tra lui e la deputata Liz Cheney, poi privata del suo incarico direttivo nel partito per la sua opposizione al tycoon.
Nell’audio, diffuso da Msnbc, McCarthy le dice che intende chiamare Trump per annunciargli il ricorso al 25esimo emendamento, con cui il vicepresidente Mike Pence e altri ministri avrebbero potuto rimuovere il presidente dalla Casa Bianca, e la sua raccomandazione di dimettersi.
Il leader repubblicano è finito sotto il fuoco incrociato sia dei deputati anti Trump sia di quelli che lo sostengono, attacchi che potrebbero minare la sua ambizione di diventare lo speaker della Camera se il suo partito conquistasse questo ramo del Parlamento nelle elezioni di Midterm. Ma per ora Trump sembra aver disinnescato la miccia, parlando ieri sera con lui al telefono e dicendosi non arrabbiato per i suoi commenti ma anzi contento che non gli abbia chiesto di dimettersi.
McCarty ha avuto una posizione ondivaga verso il tycoon dopo l’assalto del 6 gennaio, dapprima accusandolo di avere una qualche responsabilità ma poi riconciliandosi con lui e rendendogli visita a Mar-a-Lago.