Estero

Chi era Abu al Qurayshi, l’erede del Califfo

Originario di Mosul, fu imprigionato dagli Usa come al Baghdadi. Ora parte la caccia ai successori

La casa del raid
(Keystone)
3 febbraio 2022
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La morte del leader dell’Isis, Abu Ibrahim Hashimi al Qurayshi, indebolisce solo in apparenza la ramificata organizzazione armata, capace di mobilitare autonomamente le sue innumerevoli cellule sparse nei territori siriani, iracheni e in altri contesti internazionali.

Chi prenderà il suo posto?

Dopo due anni e mezzo dall’uccisione, sempre per mano americana e sempre nel nord-ovest della Siria, del califfo Abu Bakr al Baghdadi, la decapitazione odierna del cosiddetto Stato islamico apre comunque le porte a interrogativi su chi sarà il successore di Qurayshi, al secolo noto con diversi nomi e pseudonimi, tra i quali Abdallah Qardash e Amir al Mawla.

I nomi che circolano sembrano appartenere tutti alla ristretta cerchia dei Qaradisha, il clan originario di Tell Afar e a cui apparteneva lo stesso Qurayshi. Tra i papabili emerge il profilo dell’attuale capo del consiglio consultivo, Sami Jabburi, anche noto come Hajj Hamid, poco più che trentenne e salito nelle gerarchie interne all’Isis per i suoi successi nel gestire la transizione tra Baghdadi e Qurayshi. Ma spicca il nome anche dell’attuale wali (governatore) di Mosul, Ahmad Khattab, noto come Abu Khattab. Sebbene sia indicato come una figura delle seconde linee, alcuni affermano che proprio dalle apparenti retrovie l’Isis preferisca scegliere i suoi leader.


Al Qurayshi aveva 47 anni

Aveva 47 anni

Di Qurayshi si sa con relativa certezza che al momento della sua uccisione, in una casa immersa negli oliveti nella regione siriana di Idlib al confine con la Turchia, stava per compiere 47 anni. Era nato nel 1976 in Iraq, alla periferia di Mosul, nella piana di Ninive, come gran parte dei dirigenti di spicco dell’organizzazione insurrezionale emersa circa dieci anni fa da una costola irachena di al Qaida.

Gli Stati Uniti hanno ammesso in passato che, come nel caso di al Baghdadi, anche Qurayshi era stato arrestato dalle truppe Usa in Iraq nell’immediato post-Saddam e poi in seguito rilasciato. Durante i suoi interrogatori risalenti al 2008 – hanno rivelato documenti non più secretati del Pentagono – Qurayshi aveva rivelato decine di nomi e dettagli sui ranghi qaidisti iracheni di allora.

Uscito dal carcere Usa in Iraq, il 30enne jihadista riprende la sua ascesa dentro l’organizzazione qaidista, a cui aveva aderito subito dopo l’avvio dell’invasione anglo-americana dell’Iraq nel 2003. E dal 2009 cresce all’ombra dei suoi superiori e membri più anziani della resistenza qaidista anti-americana, che trova nell’alta valle del Tigri e nella piana di Ninive la sua roccaforte sociale e politica.

La carriera

Dopo la presa di Mosul da parte del neonato Stato islamico nel 2014, Qurayshi sovrintende al Diwan militare (ministero della guerra) con sede a Mosul, diventata ormai sede del Califfato. E si afferma come una delle personalità di maggior rilievo nell’ufficio consultivo, una sorta di Politburo dell’Isis.


Al-Baghdadi (Keystone)

In seguito alle sconfitte militari subite nel 2017, Baghdadi e i suoi fedelissimi, tra qui Qurayshi, riparano nella vicina Siria. E qui devono arrendersi di nuovo nella primavera del 2019. Fino al fatale raid contro Baghdadi nell’ottobre di quell’anno. Avvenuto a poche decine di chilometri da dove ha trovato la morte, secondo il racconto ufficiale di Washington, lo stesso Qurayshi.

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