Estero

Germania, chiusa l’era Merkel: Scholz è cancelliere

Dopo 16 anni, la ex cancelliera passa il testimone al 63enne, che è il quarto socialdemocratico ad assumere la carica

Passaggio di testimone
(Keystone)
8 dicembre 2021
|

Olaf Scholz è cancelliere e l’era di Angela Merkel si chiude dopo 16 anni. “Avremo una nuova partenza e io darò il massimo perché questo riesca”, ha detto il leader socialdemocratico, prendendo le consegne nel Kanzleramt, dopo aver definito “grande” il tempo della cancelliera uscente e “straordinario” quello che è riuscita a muovere.

Qualche attimo prima era stata lei a prendere la parola, negli ultimi istanti da padrona di casa e per l’ultima volta: “È un incarico pieno di sfide, ma fatto con gioia è fra i più belli che ci siano per il Paese”. Il suo auspicio è che il successore lavori per il bene della Germania.

A 63 anni Scholz diventa il quarto cancelliere socialdemocratico: prima di lui ce la fecero Willy Brandt (1969-74), Helmut Schmidt (1974-82) e Gerhard Schröder (1998-2005). Nella storia della Repubblica federale, a partire dal 1949, è il nono. E anche se il colore del partito è diverso, molti si aspettano una forte continuità con l’era Merkel, soprattutto nello stile di una figura politica, che fin dalla campagna elettorale ha assunto il passo misurato del Bundeskanzler.

L’esperienza per l’incarico l’ha maturata proprio al fianco della leader che ha impressionato il mondo per le sue capacità di mediazione e di gestione di grandi crisi: di Merkel l’ex sindaco di Amburgo è stato vicecancelliere e ministro delle Finanze. Con un governo inedito, formato da Spd, Verdi e Liberali, che per la prima volta si coalizzano a livello federale dopo aver sconfitto la Cdu e la Csu il 26 settembre, Scholz può contare anche su un’ampia maggioranza parlamentare.

Oggi però dei 416 voti del cosiddetto ‘semaforo’ ne ha ricevuti 395 favorevoli: qualcuno, fra le file degli alleati, non ha dato il suo appoggio. I voti erano 707, sui 736 deputati, ci sono stati 303 no, 6 astensioni e 3 voti non validi. Lasciata l’aula del Bundestag, che ha tributato un’ovazione a Frau Merkel, seduta in tribuna d’onore ormai priva di incarichi, Scholz è stato nominato dal presidente della Repubblica per poi tornare in aula a giurare. E ha spogliato la formula del riferimento religioso finale, “con l’aiuto di Dio”, poiché qualche anno fa è uscito dagli iscritti alla chiesa evangelica.

La nomina dei ministri, ancora una volta a Bellevue, è stata accompagnata poi dalle parole di un altro socialdemocratico, che oggi ha visto realizzati i sogni di un partito in agonia di consensi (è storia, ma a lungo non sembrava potessero più uscire dalla valle del 15%), il presidente Steinmeier. “Assumete la responsabilità del governo in un tempo difficile”, ha detto evocando il dramma della pandemia che sta mettendo in crisi il sistema sanitario tedesco, ma anche i pericoli che incombono sull’Europa e le sfide che ha di fronte chi si impegna a tutelare ogni democrazia.

“Il vostro messaggio è quello di un cambiamento", ha detto citando l’ambizione di rendere la locomotiva industriale d’Europa climaticamente neutrale, (con la riduzione dell’80% del ricorso al carbone entro il 2030). Ma questo cambiamento dovrà tener conto di tutti, e mantenere la società insieme, è il monito del presidente. "Sulla Germania ci sono grandi aspettative”, ha anche sottolineato, ricordando il vincolo a contribuire per l’unità dell’Europa e la lealtà all’alleanza transatlantica.

Chiusi tutti i riti protocollari, il nuovo governo, in cui molto peseranno il vicecancelliere verde Robert Habeck e il ministro delle finanze Christian Lindner, si è messo al lavoro. E Scholz ha annunciato la prima visita a Parigi e a Bruxelles, dai vertici Ue e Nato, per il 10 dicembre. La ministra degli Esteri Annalena Baerbock è già in partenza per le prime tre bilaterali: giovedì in Francia, venerdì a Bruxelles e Varsavia.

Il compito più grande in agenda è però attualmente a casa, dove si è registrato il record di vittime da febbraio, con 527 morti nel bollettino del Covid. L’uomo in prima linea sul Covid si chiama Karl Lauterbach, succede a Jens Spahn al ministero della Salute, e ha promesso che il virus sarà sconfitto, basandosi “sulla scienza e la medicina basata sui fatti”. Avanti tutta su vaccini, che presto potrebbero diventare obbligatori, e i booster. A chiudere una giornata storica il primo consiglio dei ministri.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE