Italia

Gestione illecita dei migranti, condanna a 13 anni per Lucano

Il verdetto dei giudici ha quasi raddoppiato la pena chiesta dall’accusa per l’ex sindaco di Riace, il paese in Calabria diventato simbolo dell’accoglienza

(Keystone)
30 settembre 2021
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L’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo “Xenia”, svoltosi a Locri, in Tribunale, sui presunti illeciti nella gestione dei migranti. La sentenza condanna Lucano a quasi il doppio degli anni di reclusione che erano stati chiesti dalla pubblica accusa (7 anni e 11 mesi).

Lucano era imputato di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’ex sindaco di Riace dovrà anche restituire 500mila euro riguardo ai finanziamenti ricevuti dall’Unione europea e dal governo.

L’inchiesta sull’ex sindaco di Riace è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Locri, con indagini delegate alla Guardia di finanza. Nell’ottobre del 2018 Lucano fu anche posto agli arresti domiciliari dalle Fiamme gialle con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e dopo il periodo di detenzione fu applicato nei suoi confronti il divieto di dimora a Riace, poi revocato dal Tribunale di Locri nel settembre del 2019.

“Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un’assoluzione”. Lo ha detto Domenico Lucano. “Grazie, comunque, lo stesso - ha aggiunto Lucano - ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l’altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica”.

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