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Raisi: ‘Pronti a negoziare per porre fine alle sanzioni’

Apertura del nuovo presidente sul nucleare e un attacco diretto a Washington: ‘Cacciati dai talebani, l’egemonia Usa ha miseramente fallito’

Ebrahim Raisi (Keystone)
21 settembre 2021
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I falchi di Teheran tornano a dettare la linea degli ayatollah al Palazzo di Vetro dell’Onu: “L’Iran è favorevole a negoziati sul nucleare che portino alla fine di tutte le sanzioni contro Teheran“, ha scandito nella giornata di apertura dell’Assemblea Generale il neo presidente ultraconservatore Ibrahim Raisi, che ha lanciato un duro attacco all’America. "Quest’anno due scene hanno fatto la storia, l’attacco a Capitol Hill e la presa di potere dei talebani in Afghanistan. Il sistema egemonico degli Usa è fallito miseramente e ha dimostrato di non avere credibilità dentro e fuori il Paese", ha affermato Raisi nel suo videomessaggio, sottolineando come "gli Stati Uniti non sono usciti dall’Afghanistan, sono stati cacciati". In Iran invece, ha proseguito, "è iniziata una nuova era”, con Teheran pronta a "collaborare per un mondo migliore”.

Nel frattempo il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Saeed Khatibzadeh, ha spiegato che i colloqui a Vienna tra l’Iran e le potenze internazionali, sospesi prima dall’elezione di Raisi, riprenderanno “nelle prossime settimane”: “Ogni incontro richiede un coordinamento preventivo e la preparazione di un’agenda”. Finora si sono tenuti sei round di negoziati nella capitale austriaca. Durante la settimana dell’Assemblea Generale dell’Onu, invece, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahanian avrà incontri bilaterali con gli omologhi dei Paesi parte dell’intesa sul nucleare, ma non ci sarà un incontro dell’intera Commissione congiunta del Jcpoa.

Anche l’Alto rappresentante degli Affari Esteri dell’Ue, Josep Borrell, ha confermato che i titolari delle diplomazie di Gran Bretagna, Cina, Francia, Germania e Russia non incontreranno la controparte iraniana. “Alcuni anni succede, altri no. Non è in agenda", ha ribadito, precisando tuttavia che "la cosa importante non è questa riunione ministeriale, ma la volontà di tutte le parti di riprendere i negoziati a Vienna”.

Il presidente americano Joe Biden, parlando dal podio dell’Onu, ha da parte sua assicurato che gli Stati Uniti sono pronti a tornare all’accordo sul nucleare iraniano se Teheran farà lo stesso, precisando però come gli Usa restino impegnati ad impedire alla Repubblica Islamica di avere un’arma nucleare. Washington, ha spiegato ancora, sta “lavorando” con Cina, Francia, Russia, Gran Bretagna e Germania per "coinvolgere diplomaticamente l’Iran e cercare di tornare all’accordo sul nucleare che l’America ha abbandonato nel 2018 durante l’amministrazione di Donald Trump.

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