Estero

Birmania: ricompare in video San Suu Kyi

I legali: "Sembra essere in buona salute". Intanto, a un mese dal golpe, proseguono le barricate e gli scontri in tutte le principali città del Paese

(Keystone)
1 marzo 2021
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Altre due accuse farsesche contro Aung San Suu Kyi, poche ore dopo il giorno più sanguinoso della repressione delle proteste anti-golpe in Birmania. La prima apparizione pubblica della Signora, a un mese esatto dal colpo di Stato che ha deposto il suo governo, conferma come i militari intendano continuare a soffocare qualsiasi forma di dissenso, mentre nelle città del Paese le manifestazioni continuano anche dopo gli almeno 18 morti di ieri. Suu Kyi, 75 anni, è apparsa in videoconferenza al processo nella capitale Naypyidaw. L'hanno potuta vedere solo i suoi avvocati, a cui dal giorno del suo arresto non è mai stato concesso di visitarla. "Sembra essere in buona salute", ha comunicato uno dei suoi legali.

Nel frattempo, però, alle due accuse già annunciate nelle scorse settimane - importazione illegale di walkie talkie e violazione delle disposizioni di sicurezza relative al coronavirus - se ne sono aggiunte altre due: violazione delle legge sulla comunicazione e incitamento al disordine pubblico. La prossima udienza è prevista il 15 marzo: se per i primi due reati la condanna massima è di tre anni, non è chiaro quale sia la pena per i nuovi capi di imputazione. In ogni caso, se condannata, è molto improbabile che al premio Nobel per la Pace sarà concesso di ricandidarsi a elezioni.

In diverse città del Paese dove ieri sono stati uccisi manifestanti disarmati, come a Yangon, Mandalay e Dawei, la popolazione è tornata nelle strade oggi per chiedere la liberazione di 'mamma Suu' e ricordare i morti di ieri. La gente ha eretto barricate con quello che ha: giunchi di bambù, rami d'albero, persino divani. Iniziano anche a girare giubbotti anti-proiettile fatti in casa, di dubbia efficacia nel caso la polizia torni a sparare proiettili veri. Il contrasto tra la determinazione di una popolazione disarmata e la spietatezza delle forze di sicurezza che difendono il regime si amplifica con il passare dei giorni, trovando ampia risonanza sui social media. In particolare, è diventata virale la foto di una suora che implora in ginocchio le forze di sicurezza in assetto antisommossa di smettere di arrestare i manifestanti: il suo nome è Ann Nu Thawng ed è una religiosa delle missionarie di San Francesco Saverio di Myitkyina, dello Stato del Kachin, dove c'è una forte presenza di cristiani, ha fatto sapere il presidente della conferenza dei vescovi cattolici birmani Charles Bo.

Le pressioni internazionali non sembrano però aver effetto sulla giunta del generale golpista Min Aung Hlaing. Pochi giorni fa, ha rivelato il Financial Times, l'esercito ha intimato ai diplomatici stranieri e alle Ong nel Paese di smettere di contattare gli emissari di Aung San Suu Kyi. Sorpreso dalla coriacea opposizione popolare al golpe, ufficialmente proclamato in risposta a presunte frodi elettorali nel voto che ha confermato la Lega nazionale per la democrazia di Suu Kyi al potere, i militari si ritrovano con un'economia in ginocchio per i continui scioperi in settori chiave, dalle banche agli uffici pubblici. In un clima da insurrezione permanente, senza indicazioni che l'esercito sia disposto a fare un passo indietro e trovare un compromesso con le forze democratiche, è diffuso il timore che nuove violenze siano inevitabili.

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