Estero

Congo, uccisi l'ambasciatore italiano, un carabiniere e l'autista

La vettura su cui viaggiavano il diplomatico e il militare faceva parte di un convoglio della Monusco che comprendeva anche il Capo Delegazione Ue

Soldati dell'esercito della Repubblica Democratica del Congo (Keystone)
22 febbraio 2021
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In un attacco a Goma, in Congo, sono morti l'ambasciatore italiano Luca Attanasio,  un carabiniere di 30 anni che era nel convoglio con il diplomatico e l'autista della vettura. Lo apprende l'agenzia si stampa ANSA da fonti qualificate.

L'attacco, avvenuto intorno alle 10.00 (le 09.00 in Svizzera) presso la cittadina di Kanyamahoro, era un "tentativo di rapimento". Lo rivelano i ranger del Parco nazionale dei Virunga, citati da vari media tra cui il Jerusalem Post.

La regione del Nord-Kivu è teatro dell'azione di decine di gruppi armati che si contendono le risorse naturali e ospita il Parco dei Virunga, famoso per i gorilla di montagna e sorvegliato da 628 ranger armati.

Stando all'AFP, l'ambasciatore italiano è stato colpito da spari durante l'attacco al convoglio Onu con il quale viaggiava ed è morto "in seguito alle ferite riportate".

La vettura faceva parte di un convoglio della Monusco, la missione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo, che comprendeva anche il Capo Delegazione Ue.

Da parte sua, la Farnesina ha confermato il decesso di Attanasio e di un militare dell'Arma dei Carabinieri. Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha invece appreso la notizia dei due decessi, mentre era al Consiglio dei ministri degli esteri dell'Ue di Bruxelles. Ha manifestato "immenso dolore" per l'accaduto - secondo quanto indica l'ANSA - e interverrà ora al Consiglio esprimendo pubblicamente il suo cordoglio davanti ai colleghi europei.

A sua volta, il leader della Lega, Matteo Salvini ha dichiarato di voler "esprimere un pensiero alle famiglie dei due italiani attaccati", intervenendo a una trasmissione sull'emittente televisiva Italia7Gold.

Il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, esprime profondo cordoglio del Governo.

Il premier e il Governo italiano si stringono ai familiari, ai colleghi della Farnesina e dell'Arma dei Carabinieri. Lo afferma una nota di Palazzo Chigi. La Presidenza del Consiglio segue con la massima attenzione gli sviluppi in coordinamento con il Ministero italiano degli Affari Esteri.

Anche il capo dello Stato italiano Sergio Mattarella invia un messaggio di cordoglio: "la Repubblica Italiana è in lutto per questi servitori dello Stato che hanno perso la vita nell'adempimento dei loro doveri professionali in Repubblica Democratica del Congo".

Dal canto suo, su Twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel scrive di essere "scioccato dall'attacco a un convoglio dell'Onu nella Repubblica democratica del Congo e per la morte dell'ambasciatore italiano e di un militare".

"La sicurezza e la pace devono essere garantite - aggiunge Michel - L'Ue rimarrà accanto alla Rdc e alla sua popolazione. Condoglianze alla famiglia dell'ambasciatore e alla sua scorta".


"Prometto al governo italiano che l'esecutivo del mio Paese porrà in atto tutto" il necessario "per scoprire chi sia all'origine di questo ignobile crimine": lo ha dichiarato la ministra degli Affari esteri congolese, Marie Tumba Nzeza, come riporta il sito Actualite.cd. "È con pena e molta tristezza che abbiamo appena appreso del decesso del giovane ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo", ha detto la ministra.

L'italiano Luca Attanasio è il secondo ambasciatore europeo ucciso nella Repubblica democratica del Congo. Nel gennaio del 1993 l'ambasciatore francese, Philippe Bernard, perse la vita durante scontri a Kinshasa provocati da un sollevamento di truppe che si opponevano al dittatore Mobuti Sese Seke.

Chi era l'ambasciatore Luca Attanasio

Luca Attanasio era "attento agli altri e convinto che il ruolo dell'ambasciatore in Paesi complicati come il Congo sia anche quello di contribuire alla costruzione della pace". Chi lo ha conosciuto racconta così il diplomatico italiano ucciso nell'attentato a Goma assieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e al loro autista. L'ambasciatore italiano, agli inizi della sua carriera, aveva lavorato anche a Berna tra il 2006 e il 2010.

Nato a Limbiate (provincia di Monza e Brianza), Attanasio avrebbe compiuto 44 anni a maggio ed era padre di tre bambine piccole. Era uno dei più giovani ambasciatori italiani nel mondo. Aveva intrapreso la carriera diplomatica dopo una prima esperienza aziendale ricoprendo diversi incarichi, prima all'Ambasciata d'Italia a Berna (2006-2010), poi console generale reggente a Casablanca, in Marocco (2010-2013).

Dopo essere rientrato nel 2013 alla Farnesina, come capo segreteria della direzione generale per la mondializzazione e gli affari globali, era tornato nel 2015 in Africa come primo consigliere all'ambasciata d'Italia ad Abuja, in Nigeria. Quindi, a settembre del 2017, l'incarico di capo missione a Kinshasa. Un continente, l'Africa, che il diplomatico amava e di cui voleva fornire una narrazione diversa.

"Tutto ciò che noi in Italia diamo per scontato non lo è in Congo, dove purtroppo ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Il ruolo dell'ambasciata è innanzitutto quello di stare vicino agli italiani, ma anche contribuire al raggiungimento della pace. La nostra è una missione, a volte anche pericolosa, ma abbiamo il dovere di dare l'esempio", aveva raccontato Attanasio l'anno scorso alla cerimonia di consegna del premio Nassiriya per la Pace. Un riconoscimento ottenuto assieme alla moglie di origine marocchina Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell'associazione umanitaria 'Mama Sofia', che a Kinshasa aiuta migliaia di madri e bambine di strada, e di cui lui stesso faceva parte.

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