Taiwan

Le armi a Taiwan ultimo atto della guerra Usa-Cina

L'accordo annunciato dal Pentagono per la fornitura di missili all'isola irrita Pechino, che chiede di interrompere ogni vendita o contatto militare.

27 ottobre 2020
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Taiwan e gli acquisti di armi americane stanno guadagnando centralità nello scontro a tutto campo tra Usa e Cina, che considera l'isola una provincia ribelle destinata a riunificarsi anche con l'uso della forza, se necessario, come assicurato dal presidente Xi Jinping.

L'ultimo accordo annunciato lunedì sera dal Pentagono include 100 Harpoon Coastal Defense Systems (HCDS), comprensivi di 400 RGM-84L-4 Harpoon Block II, sistemi di missili con gittata pari a circa 125 chilometri: sono vettori realizzati dalla Boeing da posizionare su piattaforma fissa o su mezzo pesante mobile, parte della ricca commessa da 2,4 miliardi di dollari.

Pechino ha espresso tutta la sua irritazione chiedendo ancora a Washington di interrompere ogni attività di vendita e contatto militare, riservandosi di "adottare tutte le misure legittime e necessarie per salvaguardare sovranità e interessi di sicurezza".

Troppe interazioni preoccupano Pechino

Taiwan, hanno rincarato i militari in serata, è una questione centrale e l'Esercito di liberazione popolare (Pla) ha "la volontà, la fiducia e le capacità per sconfiggere qualsiasi interferenza esterna e prenderà tutte le misure necessarie per tutelare la sovranità e l'integrità territoriale, e continuare a far avanzare il processo di riunificazione della nazione".

Dalla prospettiva cinese, preoccupa il trend di interazione tra Usa e Taiwan con le visite di alto livello da Washington, e le armi sempre più sofisticate garantite. L'annuncio è maturato all'indomani della mossa cinese di imporre nuove sanzioni alle società Usa coinvolte, come Boeing, Lockheed Martin e Raytheon.

Azioni in risposta al lotto da 1,8 miliardi assicurato una settimana fa e fatto da materiale tecnologico: sensori, missili e artiglieria e i droni della General Atomics. Ad agosto, invece, il piano da 62 miliardi per i supercaccia aggiornati F-16.

La Cina in pressione su Taiwan

La pressione cinese sull'isola è aumentata dal 2016 con la salita al potere di Tsai Ing-wen, leader del Partito democratico progressista, favorevole a politiche autonome da Pechino a danno del Consensus del 1992 sul principio della Unica Cina.

Col rischio di vedere Taipei rafforzata militarmente, quanto è praticabile l'azione militare di Pechino? Gli analisti trovano minime le chance di uso della forza che unirebbe contro la Cina la comunità internazionale. Eppure, l'eventuale caos post elettorale delle presidenziali Usa e un mondo duramente colpito dal Covid potrebbero aprire scenari finora impensabili.

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