Estero

Il virus affonda l'economia statunitense

Oltre duecentomila i morti, crollo del 5% del pil, più di quaranta milioni i disoccupati

Il virus affonda l'America di Donald Trump. In una delle giornate più nere da quando è iniziata la pandemia, i dati appaiono impietosi e fanno tremare la Casa Bianca. Il più doloroso è quello delle vittime: oltre 100 mila morti, più di tutti i soldati Usa uccisi sui campi di battaglia dalla Guerra di Corea in poi. Più di ogni altro Paese al mondo, con un record anche sul fronte dei contagi: oltre 1,7 milioni di casi, che si prevede arrivino a due milioni in estate. Ma a questo punto è il quadro economico a preoccupare di più, con un crollo del 5% del Pil nel primo trimestre dell'anno e altri 2,1 milioni di americani che negli ultimi sette giorni hanno fatto richiesta di un sussidio di disoccupazione. Sale così a oltre 40 milioni il numero di coloro alla disperata ricerca di un posto, in pratica un lavoratore su quattro.

È il quadro di una recessione profonda che non tiene ancora conto a pieno del deterioramento della situazione negli ultimi due mesi di lockdown e di una fase due che stenta a decollare a causa di un'emergenza sanitaria in via di miglioramento ma ancora grave. Intanto un colosso come American Airlines annuncia tagli del 30% del management e del personale, oltre 5 mila esuberi su 17 mila dipendenti del gruppo. Nonostante la massiccia iniezione di aiuti già varati, gli Usa sono dunque di fronte a una contrazione dell'economia storica a cui Trump non vuole assolutamente associare il suo nome. Ecco perché, scrive il Washington Post citando fonti ben informate, l'ordine (senza precedenti almeno dagli anni '70) sarebbe quello di non pubblicare l'aggiornamento delle previsioni economiche della Casa Bianca, previsto come sempre tra luglio e agosto. Perché mettere nero su bianco quelle cifre significherebbe certificare, ufficializzare un tracollo a pochissimi mesi dal voto per le presidenziali. E Trump sa che non può permetterselo se vuole continuare a sognare la rielezione, evitando di passare alla storia come presidente per un solo mandato. Un incubo per lui, alimentato da tutti i principali sondaggi che vedono ancora in testa il suo rivale, l'ex vicepresidente Joe Biden.

Intanto il presidente americano prosegue la sua personale caccia al capro espiatorio, e ancora una volta definisce la pandemia "un regalo dalla Cina", con il virus che sta colpendo duramente "ovunque nel mondo". Questo però per Trump non deve impedire un ritorno il più rapido possibile alla normalità, anche se - affermano i detrattori - la confusione regna sovrana sull'avvio della cosiddetta fase due, in assenza di linee guida chiare a livello federale e con i singoli Stati Usa che proseguono a macchia di leopardo. Trump ha comunque annunciato nuovi fondi federali destinati alla Guarda Nazionale impegnata in tutto il Paese nell'azione di risposta alla pandemia. New York intanto sembra cominciare a intravedere la luce in fondo al tunnel, con un numero quotidiano di decessi dovuti al Covid-19 oramai da giorni sotto i cento: 74 nella giornata di mercoledì. I piani per cominciare a riaprire la Grande Mela, piegata dalla pandemia, sono oramai a buon punto. "Siamo stati attaccati dall'Europa, quando tutti guardavano alla Cina. Il coronavirus - ha detto il governatore Andrew Cuomo - è arrivato a New York da lì, non dall'Asia

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