Estero

Coronavirus, in Cina riaprono scuole e uffici

Sarà un momento chiave per capire se ci sarà un balzo dei contagi che da qualche giorno stanno diminuendo. Superati i morti della Sars

Più morti che con la Sars (Keystone)
9 febbraio 2020
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L’epidemia del nuovo coronavirus di Wuhan ha fatto più vittime della Sars: i 90 nuovi morti dell’ultimo bollettino ufficiale hanno portato il bilancio a 814 decessi contro i 774 che, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la Sindrome respiratoria acuta grave provocò nel mondo tra il 2002 e il 2003. Con l’Hubei che resta l’epicentro dell’epidemia (780 morti), gli esperti hanno notato il calo, per il quarto giorno di fila, dei nuovi casi in Cina (2’656 sabato dal picco di quasi 3’900 di mercoledì), a fronte di contagi verificati saliti a ridosso delle 38’000 unità.

L’Oms, pur confermando una certa ‘stabilizzazione’, ha avvertito che è troppo presto per tracciare un trend di contenimento. Del resto, una ‘drammatica riduzione’ della diffusione del coronavirus dovrebbe iniziare dalla terza settimana di febbraio: solo allora si saprà “se i metodi di contenimento sono stati adeguati”, ha spiegato l’epidemiologo americano Ian Lipkin, a capo del Centro per le infezioni e l’immunità della Columbia University, tracciando i possibili scenari. L’arrivo della primavera e delle temperature più miti può ridurre la forza del virus che si “è diffuso senza che nessuno realizzasse che fosse lì”, e al contempo portare le persone fuori dagli ambienti chiusi dove il pericolo è più alto, ha detto Lipkin in un briefing online coi media, costretto nella sua casa nello Stato di New York a una quarantena dal rientro dalla Cina.

Lezioni online e telelavoro

In particolare, “ci sono due momenti chiave” da seguire con attenzione: il ritorno al lavoro e la riapertura delle scuole dopo la lunga festività del Capodanno lunare. “A quel punto sapremo se siamo nei guai”, ha notato Lipkin - che nel 2003 affiancò Oms e autorità cinesi nella lotta contro la Sars – in quanto “un balzo” dei contagi “ci potrà far tornare indietro” e adottare ulteriori misure restrittive. Oggi gran parte del paese tornerà al lavoro e a scuola, tra numerose cautele. La priorità va alle fabbriche funzionali alla lotta all’epidemia. Molti uffici faranno invece ricorso al telelavoro e nelle scuole le lezioni saranno affidate alle modalità online, almeno per una settimana. La municipalità di Pechino ha distribuito un manuale sulle regole da seguire “per il ritorno al lavoro”: verifica della temperatura corporea, dotazione prima di uscire del kit obbligatorio di mascherina e salviette disinfettanti. Sui mezzi pubblici e in ufficio, il consiglio è di evitare i contatti e di lavare le mani di continuo, areando gli ambienti il più possibile.

I primi sintomi sono febbre e congiuntivite

Febbre e congiuntivite sono i sintomi più comuni dell’infezione da coronavirus 2019-nCoV, mentre sintomi tipici delle malattie respiratorie, come raffreddore e tosse possono comparire in un secondo momento: è quanto emerge dalla prima pubblicazione che descrive in modo sistematico il modo in cui si manifesta l’infezione, pubblicata sul Journal of the American Medical Association (Jama). La ricerca su 138 pazienti in Cina La ricerca è stata coordinata dall’Università di Wuhan, la città nella quale sono emersi i primi casi di infezione, ed è stata condotta su 138 pazienti ricoverati nell’ospedale Zhongnan. “È il primo studio comprensivo che descrive in dettaglio i sintomi”, ha commentato Andrea Crisanti, ordinario di Malattie infettive dell’Università di Padova. “La congiuntivite e l’arrossamento degli occhi è una manifestazione collaterale, ma abbastanza comune”, ha detto ancora l’esperto riferendosi ai sintomi dell’infezione da coronavirus 2019-nCoV, che viene indicata con la sigla Ncip, acronimo che sta per polmonite da infezione da nuovo coronavirus. La ricerca pubblicata su Jama indica che la febbre è il sintomo più comune, rilevato in 136 dei 138 pazienti; il senso di affaticamento è stato rilevato in 96 pazienti (69,6%). Meno frequente la tosse secca, presente in 82 pazienti (59,4%), seguita da dolori muscolari (48 pazienti, il 34,8%) e affanno (43 pazienti, il 31,2%). Molto meno frequenti sono mal di testa, capogiro, dolori addominali, diarrea, nausea e vomito. “È avvenuta una rapida trasmissione dell’infezione da uomo a uomo”, osservano gli autori della ricerca, dalla quale emerge che il tasso di trasmissione è pari a 2,2, ossia ogni persona con l’infezione può contagiarne altre due. Al momento per l’Oms non ci sono prove che il nuovo coronavirus possa diffondersi contagiando animali domestici come cani e gatti. 

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