Estero

Primo morto per coronavirus fuori dalla Cina

La vittima è un 44enne proveniente da Wuhan. Intanto in Svizzera 'i cinesi attualmente presenti non rappresentano alcun pericolo', dice il loro ambasciatore

Ap
2 febbraio 2020
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Un uomo di 44 anni è morto ieri nelle Filippine a causa del nuovo coronavirus: lo riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui si tratta del primo decesso fuori dalla Cina. L'uomo, un cittadino cinese residente a Wuhan, la città individuata come il focolaio dell'epidemia, aveva manifestato i sintomi del nuovo coronavirus durante un viaggio nelle Filippine.

"È il primo decesso noto fuori dalla Cina", ha spiegato Rabindra Abeyasinghe, il rappresentante dell'Oms a Manila, ed è anche il primo da quando molti Paesi hanno deciso di chiudere le frontiere negli sforzi per limitare il contagio. Il numero di morti a causa dell'epidemia ha raggiunto, in base ai dati aggiornati a ieri, quota 304 in Cina, con contagi accertati saliti a 14'411.

L'ambasciatore in Svizzera rassicura

Nonostante la rapida diffusione del coronavirus e la segnalazione di persone contagiate in oltre venti Paesi, i cinesi attualmente in Svizzera non rappresentano alcun pericolo. Nessuno è infetto, ha affermato l'ambasciatore cinese a Berna Geng Wenbing in un'intervista alla NZZ. Tutti i turisti e residenti cinesi che si trovano nella Confederazione sono stati contattati, ha detto il responsabile della missione diplomatica cinese in Svizzera. Sul territorio elvetico sono rimasti solo pochi turisti. Per i cittadini cinesi è stata istituita una linea telefonica attiva 24 ore su 24.

Inoltre, "tutti i membri dell'ambasciata devono rimanere a casa per 14 giorni al loro ritorno dalla Cina", ha affermato Wenbing. Il ricevimento per il capodanno cinese previsto inizialmente l'8 febbraio è stato annullato per motivi precauzionali. Al momento non è consigliabile riunire centinaia di persone in una sola stanza, afferma l'ambasciatore. Alla domanda sul perché Air China continua a mantenere tre voli alla settimana tra Ginevra e Pechino quando Swiss li ha sospesi, Wenbing afferma che il suo Paese deve mantenere una linea di trasporto aperta. Nel contempo la salute della popolazione viene garantita: a tutti i passeggeri viene misurata la febbre al momento dell'imbarco e dello sbarco. Finora il Consiglio federale non ha emesso restrizioni di viaggio. Ciò significa, precisa Wenbing, che la Svizzera ha fiducia nella gestione cinese della crisi.

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