Estero

Guerra in Afganistan, tutti gli inganni del presidente

Un'inchiesta del Washington Post smaschera le manipolazioni per far far passare l'idea che gli Usa stavano vincendo, mentre non era così

George W. Bush
9 dicembre 2019
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I vertici dell'amministrazione Usa, da George W. Bush in poi, hanno piu' volte ingannato nel corso degli anni l'opinione pubblica americana sulla situazione in Afghanistan, per nascondere i fallimenti di una guerra che oramai dura da 20 anni e a cui il presidente Donald Trump sta tentando di porre fine con un accordo con i talebani.

Lo afferma il Washington Post, che ha condotto un'inchiesta sulla base di oltre duemila pagine di documenti ottenuti grazie al Freedom Of Information Act. Carte che fanno parte di un rapporto di qualche anno fa intitolato "Lessons Learned" e in cui si esaminano le origini degli insuccessi del coinvolgimento Usa nel Paese caucasico, iniziato all'indomani degli attentati dell'11 settembre 2001. Uno studio condotto attraverso oltre 600 interviste, comprese quelle a diversi responsabili ed ex responsabili della Nato e del governo afghano.

"Dalle testimonianze - scrive il Wp - emerge come era comune nei quartier generali militari a Kabul, ma anche alla Casa Bianca, alterare e manipolare le statistiche per far apparire che gli Usa stavano vincendo la guerra, mentre non era cosi'": "Queste carte - si spiega - assomigliano molto ai famosi Pentagon Papers sulla storia segreta della guerra del Vietnam". Tra i documenti esaminati anche alcuni memo inediti che risalgono al 2001-2006 dell'ex segretario alla difesa Donald Rumsfeld. "Non sapevamo quello che stavamo facendo", affermo' in una delle interviste del rapporto l'ex zar della Casa Bianca per la guerra in Afghanistan, il generale Douglas Lute, che ha ricoperto quel ruolo con Gorge Bush e con Barack Obama.

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