Estero

Salvini: 'La maggioranza non c'è più, la parola agli elettori'

Crisi nel governo italiano. Il vicepremier Salvini sollecita le elezioni che potrebbero tenersi in ottobre. Di Maio: 'La Lega ha preso in giro il paese'

Epa
8 agosto 2019
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"Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c'è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori". Lo scrive in una nota il vicepremier italiano Matteo Salvini.

"Inutile andare avanti a colpi di NO e di litigi, come nelle ultime settimane, gli Italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni", continua Salvini.

"Le vacanze non possono essere una scusa per perdere tempo e i parlamentari (a meno che non vogliano a tutti i costi salvare la poltrona) possono tornare a lavorare la settimana prossima, come fanno milioni di Italiani", ha affermato ancora. La mossa di Salvini porta alla parlamentarizzazione della crisi che, ora, vede avvicinarsi le elezioni anticipate. Tre le date possibili: il 13, il 20 o il 27 ottobre.

Se la crisi si consumasse infatti a metà agosto, le urne, considerando i tempi necessari per gli italiani all'estero, dovrebbero aprirsi a circa due mesi di distanza.

Anche Di Maio pronto al voto

Noi siamo pronti a voto, la Lega ha preso in giro Paese. Ad affermarlo è il vice premier italiano Luigi Di Maio (Movimento 5 Stelle). Della poltrona non ci interessa nulla e mai ci è interessato, ha aggiunto.

"C'è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari. È una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e mandiamo a casa 345 vecchi politicanti. Se riapriamo le Camere per la parlamentarizzazione, a questo punto cogliamo l'opportunità di anticipare anche il voto di questa riforma, votiamola subito e poi ridiamo la parola agli italiani. Il mio è un appello a tutte le forze politiche in Parlamento: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi voto", ha detto ancora Di Maio. "Una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze", ha sottolineato.

Parola a Conte

Ora la palla è nelle mani del premier Giuseppe Conte, che qualora proseguisse sulla strada indicata dal leader della Lega (e non scegliesse di dimettersi prima di passare per in Parlamento), si potrebbe presentare alla Camera già la prossima settimana per contare i numeri. Il primo segnale di questo percorso dovrebbe arrivare con la convocazione di una conferenza dei capigruppo, che non è escluso si tenga già domani ma che potrebbe anche essere rinviata di qualche giorno. E che avrà comunque il compito di convocare l'Assemblea.

Il dibattito e il voto sul governo Conte potrebbero dunque tenersi già prima di Ferragosto a Montecitorio: incassata a quel punto quella che appare come una certa sfiducia, il premier potrebbe salire al Quirinale e rimettere il mandato. Scatterebbero così le consultazioni da parte del presidente della Repubblica e c'è chi non esclude l'ipotesi che Sergio Mattarella affidi mandati esplorativi ai vertici del Parlamento per sondare gli umori delle forze politiche. Altra ipotesi è che il Capo dello Stato dia l'incarico a un tecnico, consapevole che non sarebbe in grado di coagulare una maggioranza attorno a sé, ma che guiderebbe un Esecutivo ponte. Resta in piedi anche lo scenario che vede proprio l'attuale premier traghettare la Legislatura.

Senza ulteriori elementi di novità, con questa accelerazione della crisi salterebbe la riforma del taglio dei parlamentari: la discussione attesa per il 9 settembre sempre a Montecitorio sarebbe cancellata. L'effetto domino del provvedimento è sempre stato particolarmente complesso: in quanto legge costituzionale può essere soggetta a un referendum confermativo.

Ora i 5 Stelle chiedono di portarla comunque in Aula approfittando della riapertura di Montecitorio. Strada che appare di difficile percorribilità. Altro nodo, ovviamente, quello della manovra e della messa in sicurezza dei conti pubblici.

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