Estero

Hong Kong, manifestanti entrano in parlamento

L'irruzione di 1'500 persone è avvenuta dopo alcune ore di assedio. Gli agenti retrocedono per evitare lo scontro diretto

Keystone
1 luglio 2019
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Dopo alcune ore di assedio intorno al parlamento di Hong Kong, alcuni manifestanti in serata sono entrati nell'edificio. Lo riportano i media locali, segnalando il contrasto con il lungo corteo pacifico che sta riempiendo le strade principali dell'ex colonia.

L'irruzione è maturata dopo diverse ore di assedio da parte di circa 1500 persone, in prevalenza studenti che, a volto coperto e vestiti con abiti di colore scuro, hanno circondato il compound superando poi la recinzione esterna e arrivando all'ingresso principale dell'edificio. Qui sono stati divelti infissi e distrutto vetrate anche con l'ausilio di pesanti martelli. La polizia ha tentato di scoraggiare i manifestanti dal compiere azioni illegali che avrebbero comportato, è stato ricordato con l'ausilio del megafono, "l'arresto immediato".

Gli agenti, in tenuta antisommossa con scudi, manganello e spray urticanti, hanno deciso, a differenza delle previsioni, di non intervenire e di retrocedere evitando così lo scontro diretto.

I manifestanti hanno scritto slogan con lo spray sui muri in legno dell'aula del parlamento: sul podio, in base alle immagini circolate sui social media, è tornata a sventolare la vecchia bandiera coloniale britannica. Diversi striscioni sono stati aperti nell'aula: "Nessuna violenta rivolta, solo un violento regime", recita uno tra i più grandi esposti, mentre ci sono più persone, tutte dotate di mascherine e caschi, che si stanno alternando in brevi discorsi al megafono. Diversi graffiti sono attacchi diretti alla criticatissima governatrice Carrie Lam ("Dimettiti") o al governo ("ci ha costretto alla rivolta") o ancora contro Pechino e contro "il neo-colonialismo cinese".

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