Estero

Vaticano, le 23 nuove Guardie hanno giurato

Tra loro anche tre ticinesi e due grigionesi. Presente una delegazione ufficiale del Cantone, ospite d'onore all'appuntamento

6 maggio 2019
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Sono 23 le nuove Guardie Svizzere Pontificie che hanno prestato giuramento oggi in Vaticano. La cerimonia si è svolta alla presenza del consigliere federale Ignazio Cassis, del capo dell'esercito Philippe Rebord, oltre a una delegazione ufficiale del Canton Ticino, ospite d'onore a questo appuntamento.

È tradizione che un cantone svizzero sia invitato ogni anno a Roma dal Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, per partecipare alla cerimonia di giuramento dei nuovi membri. Quest'anno è il turno del Ticino: in Vaticano vi erano il coro della Turrita di Bellinzona, il vescovo di Lugano Valerio Lazzeri, il vescovo emerito Pier Giacomo Grampa e altri numerosi esponenti dell'ambiente clericale. Presenti anche rappresentanti del governo ticinese e la presidente del Consiglio Nazionale Marina Carobbio.

Il giuramento ha luogo ogni anno il sei maggio per commemorare la morte dei 147 soldati elvetici caduti in difesa di Papa Clemente VII nel Sacco di Roma (1527).

Quest'anno, le nuove guardie hanno prestato giuramento in tutte e quattro le lingue nazionali, indica in una nota la Guardia Svizzera Pontificia. Dei 23 soldati, cinque provengono dalla Svizzera romanda, due dai Grigioni - di cui uno dalla Val Poschiavo - e tre dal Ticino.

I soldati dovranno prestare servizio per un periodo di almeno 26 mesi. In totale, le guardie svizzere sono 135 e i cantoni meglio rappresentati sono Friburgo e Vallese, con ciascuno 14 guardie, segue Argovia con 10. Le guardie provenienti dal Ticino sono ora sette.

Per diventare Guardia svizzera bisogna essere cattolici praticanti, effettuare il servizio militare in Svizzera, aver terminato un apprendistato o essere in possesso della maturità e avere una reputazione irreprensibile. Inoltre, è necessario misurare almeno 174 centimetri e avere meno di trent'anni. L'accesso alle donne è ancora escluso.

Lo scorso anno, i soldati pronti a prestare giuramento erano 32, mentre l'anno prima 40: "non è facile trovare giovani uomini qualificati per questo lavoro", rileva Ruth Metzler, ex consigliera federale PPD e ora presidente della Fondazione della Guardia Svizzera Pontifica del Vaticano, alla radio SRF. Per la 54enne si tratta della prima partecipazione alla cerimonia.

Queste difficoltà, secondo Metzler, sono da ricondurre "alla buona congiuntura economica attuale in Svizzera", oppure al fatto che le reclute attuali provengono da una generazione nata in un periodo di bassa natalità. La missione della Fondazione, sostiene, mira a rendere le condizioni di vita delle Guardie svizzere il più attrattive possibili.

La decisione di Papa Francesco, presa tre anni fa, di permettere alle guardie di sposarsi dopo cinque anni di servizio - indipendentemente dal loro grado - è stata decisiva. Ciò permette ai soldati di rimanere in servizio più a lungo.

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