Estero

Nuova Zelanda, tra le vittime una bimba di 5 anni

L'autore dell'attacco alle moschee che ha causato 49 vittime si è descritto come “un normale uomo bianco, timido e introverso”

Keystone
15 marzo 2019
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Tra le 49 vittime dell'attacco alle moschee in Nuova Zelanda c'è anche una bambina di 5 anni, morta insieme a suo padre. Lo riferisce il New Zealand Herald. Un altro bambino di 4 anni è invece tra i feriti e lotta per sopravvivere, in gravissime condizioni all'ospedale Starship di Auckland.

Il suprematista ispirato da Breivik

"Sono un normale uomo bianco timido e introverso". Brenton Tarrant, il 28enne australiano che ha seminato terrore e morte nelle due moschee di Christchurch, si descrive così nell'introduzione del suo folle manifesto intitolato 'The Great Replacement', 'La Grande sostituzione etnica'. La primo ministro neozelandese Jacinda Arder, in conferenza stampa, ha affermato che il killer di Christchurch ha utilizzato cinque armi nell'attacco, compreso un fucile semiautomatico e pistole. Arden ha poi sottolineato che questo era in possesso di una licenza per il possesso di armi.

Oltre 70 pagine farneticanti in cui il killer dichiara d'essersi ispirato per la strage in Nuova Zelanda a Anders Behring Breivik, il terrorista norvegese di estrema destra che nel luglio del 2011 uccise 77 persone a Oslo e sull'isola di Utoya. Con lui, o con l'ordine templare di cui faceva parte, Tarrant scrive nel documento di aver avuto "un breve contatto".

Pagine inquietanti, pubblicate su internet prima del massacro, dalle quali trapela un'ossessione del killer per l'Islam e l'intenzione di creare "un clima di terrore per i musulmani". "Vorrei solo aver potuto uccidere più invasori e traditori", dichiara nel suo delirio prima ancora di aver compiuto la strage che, rivela, programmava da due anni.

"Sono semplicemente un normale uomo bianco, che viene da una famiglia normale e che ha deciso di scendere in campo per assicurare un futuro alla mia gente", si presenta Tarrant all'inizio del manifesto, raccontando di aver avuto "un'infanzia tranquilla, senza problemi particolari". "I miei genitori hanno origini scozzesi, irlandesi e inglesi", spiega ancora, rivendicando che "la mia identità, soprattutto il mio sangue, sono europei". Si descrive etno-nazionalista e fascista, ma anche "timido e introverso", due aggettivi che stridono con l'evidente desiderio di dare massima visibilità al suo atto sanguinario. "Ho scelto le armi da fuoco per l'effetto che avrebbero avuto sui media e sulla politica degli Stati Uniti e quindi del mondo", scrive.

Quanto al suo di mondo, quello tratteggiato nel documento è un universo di rabbia e odio in cui si confondono temi ed ideologie. Minaccia di morte la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il sindaco di Londra Sadiq Khan. Elogia la Cina, definita una "nazione con i valori politici e sociali più vicini ai miei", e Donald Trump, come "simbolo di una rinnovata identità bianca", ma non come leader politico. Scrive di essere favorevole alla Brexit, ma non per i "motivi ufficiali" bensì come un baluardo "contro l'immigrazione di massa, lo sradicamento culturale, la globalizzazione".

Un video circolato sui social media rivela che poco prima di fare irruzione nella prima moschea Tarrant stava ascoltando la canzone nazionalista serba 'Serbia strong' in cui si cita Radovan Karadzic, l'ex capo politico dei serbi di Bosnia riconosciuto colpevole per il genocidio di Srebrenica e condannato per crimini di guerra a 40 anni di carcere.

Chi lo conosce, in Australia, lo ha descritto come "educato e di buone maniere". Alcuni abitanti di Grafton, la sua città natale, hanno raccontato che dopo il liceo era andato a lavorare in una palestra. Ma dopo la morte del padre per un cancro nell'aprile del 2010, Tarrant decise di partire per un viaggio in giro per il mondo destinato a durare sette anni. È stato durante questo girovagare, secondo alcuni dei suoi ex amici, che il giovane si è "probabilmente radicalizzato".
 
 

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