Estero

Maduro rinnegato anche da Cile e Brasile

Si allunga la lista degli stati latinoamericani che hanno dichiarato di non riconoscere la legittimità del capo dello Stato venezuelano

Epa
11 gennaio 2019
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Dopo le prese di posizione critiche di vari Paesi latinoamericani (Argentina, Colombia, Ecuador, Perù e Paraguay) nei confronti del presidente venezuelano Nicolas Maduro, che ha giurato ieri a Caracas per un secondo mandato di sei anni, anche Cile e Brasile hanno dichiarato ufficialmente di non riconoscere la legittimità del capo dello Stato venezuelano.

Così il presidente cileno Sebastián Piñera ha diramato una nota ufficiale in cui ha dichiarato che "il Cile non riconosce la legittimità del regime di Maduro". E questo perché, ha aggiunto, è giunto al potere "in modo illegittimo, come risultato di una elezione che non ha risposto ai requisiti minimi e necessari" di una elezione "libera, democratica, trasparente e con presenza di osservatori internazionali".

Da parte sua il ministero degli Esteri brasiliano ha diffuso una nota ufficiale in cui ha definito "illegittimo" il governo del presidente Maduro. Dopo aver precisato di voler riconoscere l'Assemblea nazionale come "unico organo costituzionalmente eletto", il comunicato conclude segnalando che "il Brasile continuerà a lavorare per la restaurazione della democrazia e dello stato di diritto in Venezuela e proseguirà il coordinamento con tutti i soggetti impegnati per la libertà del popolo venezuelano".

Messico mediatore?

Dal canto suo il Messico si è offerto come mediatore o "ponte di comunicazione" fra la comunità americana e il Venezuela, durante un dibattito nella sede dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa) a Washington che ha portato all'approvazione a maggioranza di una risoluzione che ha disconosciuto la legittimità del presidente Nicolas Maduro.

La rappresentante messicana all'Osa, Mariana Olivera, che si è astenuta al momento della votazione, ha rivolto un appello ai membri dell'organismo a "non chiudere la porta al dialogo con il Venezuela per poter raggiungere accordi che riportino la tranquillità ai suoi cittadini".

Un comunicato del ministero degli Esteri precisa che Olivera ha detto: "Il Messico si offre come ponte di comunicazione. Come abbiamo già detto in passato, la nostra è una scommessa per la diplomazia, poiché essa è l'unica via per trovare soluzione ai problemi a cui si trova di fronte il Venezuela".

La delegata messicana ha quindi sottolineato che l'Osa "ha la responsabilità di contribuire alla soluzione pacifica e negoziata della situazione che attraversa il Venezuela".

In passato, ha aggiunto, l'Osa "ha accompagnato la regione in processi di dialogo e mediazione, senza preoccuparsi della loro complessità, e il Venezuela non deve essere l'eccezione".

Infine il Messico ha esortato tutti i soggetti coinvolti, e in particolare Maduro, a "creare un ambiente favorevole per dare vita a un dialogo genuino al fine di promuovere accordi reali che permettano ai venezuelani di recuperare la tranquillità".

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