Estero

Putin, missili europei e debiti italiani

Nessuna remora politica a comprare titoli di Stato italiani: il presidente del consiglio Conte incassa l'appoggio economico del leader russo. Che rilancia contro Trump

Conte-Putin (©Keystone)
24 ottobre 2018
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"Non c'è nessuna remora politica all'acquisto dei vostri titoli di Stato, l'Italia ha basi economiche molto solide". Si è parlato anche di questo, durante la prima visita ufficiale del presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte in Russia, accolto con calore dal leader russo Vladimir Putin al Cremlino. Quella che l'Ansa definisce "storica intensa fra Roma e Mosca" passa dunque anche dall'acquisto del debito italiano – che in caso di ulteriore declassamento difficilmente troverebbe acquirenti europei – per quanto "non siamo venuti qui a chiedere alla Russia di comprare i titoli italiani attraverso il suo fondo sovrano", ha precisato Conte. "Se poi – ha aggiunto con un sorriso – il fondo volesse davvero comprarli farebbe un affare".

L'Italia d'altra parte resta agli occhi della Russia un partner affidabile e lo zar ha detto chiaro e tondo di aspettarsi che gli investimenti diretti possano crescere. Non a caso al termine dei colloqui privati Putin, seduto accanto a Conte, ha ricevuto una delegazione di imprenditori italiani attivi in Russia come Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Francesco Starace (Enel), Guido Barilla, Claudio De Eccher (Codest), Philippe Donnet (Generali) e Gianni Armani (Anas), per citarne solo alcuni. Sul tavolo anche la crisi siriana: la "stabilizzazione" – qualsiasi cosa voglia dire in termini di diritti umani – di Damasco contribuirà a ridurre il problema migratorio in Europa.
Conte, per non essere da meno, ha voluto ribadire "in questa occasione solenne" che le sanzioni alla Russia "non sono un fine ma uno strumento, da superare il prima possibile".

Durante la conferenza stampa si è anche parlato del Trattato Inf che nel 1987 mise fine alla crisi degli euromissili. Putin ha espresso preoccupazione per l'intenzione degli Stati Uniti di ritirarsi dal trattato. Aggiungendo che se gli Usa dovessero dispiegare in Europa i missili a breve-medio raggio, la Russia sarebbe costretta a "rispondere in maniera speculare" e a prendere di mira i Paesi che li ospitano.
C'è comunque ancora spazio per il dialogo. Putin ieri ha discusso di questa spinosa questione con il consigliere per la sicurezza nazionale Usa John Bolton e oggi ha sottolineato di volerne parlare personalmente con il presidente americano nell'incontro tra i due capi di Stato in programma a Parigi l'11 novembre. Domani saranno invece i Paesi Nato a discutere delle accuse di violare il Trattato Inf che gli Usa muovono a Mosca.

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