Confine

‘Banda Vasi’, la sentenza arriverà il prossimo febbraio

Terminata a Varese l’istruttoria nei confronti dei rapinatori che colpirono anche in un ufficio cambi di Besazio e in un distributore di Arzo

Il 1° giugno 2010 a Besazio
(archivio Ti-Press)
10 novembre 2022
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Nuova udienza, in Tribunale a Varese, nel processo iniziato il 7 dicembre 2017, nei confronti di undici imputati (dieci dei quali a piede libero), componenti della ‘banda Vasi’, accusati a vario titolo di rapina aggravata, detenzione e porto abusivo d’armi da fuoco, estorsione e altri reati minori (prescritti in quanto i fatti risalgono a oltre dieci anni fa). Nei cinque anni in cui si trascina il processo sono cambiati i componenti il collegio giudicante e il rappresentante dell’accusa. Con l’ultima udienza è terminata l’istruttoria processuale.

È stata sentita la vittima di una presunta estorsione. Si tornerà in aula il 21 febbraio del prossimo anno. Giorno in cui, salvo nuovi intoppi, sarà pronunciata la sentenza, alla quale guardano con motivato interesse le tre vittime (ticinesi) di due delle quattro rapine, messe a segno dal 1º giugno 2010 al 3 settembre 2011, dai due imputati principali del processo che, nelle precedenti udienze, ha vissuto momenti d’intensa drammaticità. Soprattutto quando sono state chiamate a deporre le vittime delle rapine.

Il capo della banda Filadelfio Vasi, 45enne estremista di destra, nostalgico del Duce, capo degli ultras del Varese, in carcere sino al 23 gennaio 2023, per precedenti condanne. Il primo assalto banditesco, il più clamoroso, è stato messo a segno il 1° giugno 2010 da Vasi con un complice, alla Cassa cambi e gestione di Besazio, ai danni di due impiegati, minacciati di morte. Bottino: 187mila euro, 3 cellulari e un portafoglio contenente 7mila euro e 17mila franchi, quattro carte di credito e una penna Mont Blanc.

Il 22 agosto 2011, l’altra rapina in Ticino, ai danni del distributore Erg di Arzo: i due banditi immobilizzarono la commessa, legandola con fascette di plastica (identiche a quelle utilizzate un anno prima a Besazio). Commessa minacciata con una pistola Sig Sauer P228 (era comparsa anche nella prima rapina ticinese). Bottino: euro e franchi per complessivi 6’180 franchi. Gli altri due assalti nel Varesotto: il 3 settembre 2011 a una gioielleria di Cantello, dove Vasi e l’abituale complice si erano presentati con una casacca con la scritta ‘Finanza’. Bottino: gioielli ed euro per 30mila euro e l’11 dello stesso mese a un supermercato di Olgiate Olona.

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