Confine

Lago Maggiore, guerra aperta sull’aumento del livello minimo

Fino al 2026 regolato in estate fino a 1,5 metri sullo zero idrometrico della Miorina. Ma i Comuni rivieraschi (anche ticinesi) non ci stanno

Malumori diffusi
(Ti-Press)
2 gennaio 2022
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Per i prossimi cinque anni il livello del Lago Maggiore nel periodo estivo sarà regolato fino a 1,5 metri sullo zero idrometrico della Miorina, diga di Sesto Calende: 25 centimetri in più rispetto ad oggi. Lo ha deciso nei giorni scorsi la Conferenza permanente dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, che all’unanimità ha approvato la prosecuzione della regolazione estiva dei livelli del Lago Maggiore nel quinquennio 2022-2026. L’obiettivo è garantire la risorsa idrica indispensabile ai territori di valle anche nei momenti di prolungata siccità.

Ma la decisione non trova concordi tutti i Comuni rivieraschi, sia piemontesi, sia lombardi e ticinesi, fortemente preoccupati sul fronte del turismo per il ridimensionamento delle spiagge e le relative ripercussioni. Anche le autorità svizzere, a livello cantonale e federale, in più occasioni avevano manifestato la loro contrarietà all’ipotesi di innalzamento del Verbano a 1,5 metri. A più riprese avevano chiesto di essere coinvolte nelle decisioni su tematiche legate al Lago Maggiore. Cosa che qui non è avvenuta.

«Continuare la sperimentazione – ha commentato il segretario del Distretto del Po Meuccio Berselli – ci permette di assicurare, dal 2022 al 2026, alle comunità, agli habitat e all’economia dei territori che possono approvvigionarsi direttamente o indirettamente dal lago grazie alle derivazioni dei Consorzi di bonifica, una continuità di afflusso in periodi aridi di magra».

Dure, come detto, le reazioni degli amministratori dei Comuni rivieraschi. «La scelta della Conferenza dell’Autorità di bacino del fiume Po, che ha dato il via libera all’ulteriore innalzamento del livello massimo estivo del Lago Maggiore fino a 1,5 metri sopra lo zero, ci vede nettamente contrari», commenta il sindaco di Baveno, Alessandro Monti.

«È uno schiaffo a questo territorio, che non tiene conto delle ragioni ambientali, turistiche e di protezione civile», è invece il commento di Silvia Marchionini, sindaco di Verbania. Marchionini che non esclude azioni legali. L’accusa alla Regione Piemonte è quella di un totale disinteresse nei confronti dei Comuni piemontesi.

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