Confine

Coronavirus, Como: 'A rischio multa chi fa benzina in Ticino'

Intanto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana propone a Roma di chiudere tutte le attività commerciali al dettaglio, i bar e i ristoranti

Al confine (Ti-Press)
11 marzo 2020
|

''Il Comune di Como invita i cittadini a evitare di andare a fare rifornimento di carburante in Svizzera''. La giunta comunale ha diffuso questa nota per mettere un freno a quanti proprio in questi giorni hanno deciso di andare a fare il pieno in Ticino, magari seguendo un'abitudine consolidata. Ma, ormai bisognerebbe saperlo, le abitudini in questo momento devono cambiare.

C'è anche da aggiungere che entrare in Ticino, se non si  è frontaliere, è impossibile. Controlla la Polizia di frontiera, ma soprattutto controllano le Guardie di confine.

La benzina non è un bene primario

In aggiunta a questi controlli, è arrivata anche la nota del comune di Come che precisa come recarsi distributore oltrefrontiera "non rientra tra le necessità improrogabili, pertanto è possibile essere soggetti a provvedimenti penali per il mancato rispetto delle direttive governative sulla mobilità nell'area soggetta a divieto di circolazione: si ricorda che è possibile spostarsi solo per motivi urgenti e improcrastinabili, per recarsi al lavoro, per motivi di salute e per l’acquisto di beni o servizi primari''. Fare il pieno di benzina non rientra fra i bene primati. In più che rifornirsi di benzina in Ticino non è più conveniente, in quanto i prezzi sono allineati.

La Lombardia chiede altre misure

Intanto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in accordo con i sindaci della Lombardia, ha formalizzato al governo di Roma alcune misure per porre in essere per il contenimento della diffusione del virus Covid-19.

Tra queste la chiusura di tutte le attività commerciali al dettaglio, ad eccezione di quelle relative ai servizi di pubblica utilità, ai servizi pubblici essenziali, alla vendita di beni di prima necessità. Inoltre: chiusura di tutti i centri commerciali, degli esercizi commerciali presenti al loro interno e dei reparti di vendita di beni non di prima necessità. Restano aperte le farmacie, le parafarmacie e i punti vendita di generi alimentari e di prima necessità.

E ancora: chiusura di bar, pub, ristoranti di ogni genere, delle attività artigianali di servizio (es. parrucchieri, estetisti, ecc..) ad eccezione dei servizi d'emergenza e di urgenza, di tutti gli alberghi e di ogni altra attività destinata alla ricezione (es. ostelli, agriturismi, ecc..) ad eccezione di quelle individuate come necessarie ai fini dell'espletamento delle attività di servizio pubblico, di tutti i servizi terziari e professionali, ad eccezione di quelli legati alla pubblica utilità e al corretto funzionamento dei settori richiamati nei punti precedenti.

Accordo con Confindustria per l'eventuale sospensione del lavoro

Nel documento inviato dalla Regione al Governo si rileva inoltre che "per quanto riguarda le restanti attività produttive è già stato raggiunto un accordo con Confindustria Lombardia che provvederà a regolamentare l'eventuale sospensione o riduzione delle attività lavorative per le imprese".

"Sono in via di definizione ulteriori accordi - si spiega ancora nella proposta - con le associazioni di categoria per definire misure contenitive specifiche aggiuntive".
 

 

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔