Economia

Aumento del 2,5% nei salari effettivi dei contratti collettivi

Gli adeguamenti salariali variano a seconda delle sezioni economiche. Coop ritocca al rialzo gli stipendi di almeno il 3%

Al lavoro
(Keystone)
30 ottobre 2023
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Le parti sociali firmatarie dei principali Contratti collettivi di lavoro hanno concordato per il 2023 un aumento medio del 2,5% per i salari effettivi. Tenendo conto del rincaro previsto (+2,2%), le retribuzioni reali dovrebbero segnare un incremento molto lieve, pari allo 0,3%, stando a un'indagine condotta dall'Ufficio federale di statistica.

L'aumento è stato del 2,5% sia nel settore secondario che in quello terziario. Nell'ambito dei principali Ccl che riguardano almeno 1'500 dipendenti l'aumento nominale medio è più consistente quest'anno rispetto agli anni passati (2022: 0,8%; 2021: 0,4%; 2020: 0,9%; 2019: 1,1%).

A differenza degli ultimi due anni inoltre l'aumento medio dei salari è stato principalmente collettivo (+2,1%). Solo lo 0,4% è da attribuire ad aumenti concessi a titolo individuale. L'86% della massa salariale destinata agli incrementi delle retribuzioni è stata quindi distribuita in modo uniforme, sottolinea un comunicato odierno. Gli accordi sui salari effettivi 2023 hanno interessato poco più di 655'000 lavoratori.

Gli adeguamenti salariali variano a seconda delle sezioni economiche: informazione e comunicazione +2,9%, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli +2,9%, attività manifatturiere +2,8%, trasporto e magazzinaggio +2,6%, attività finanziarie e assicurative +2,5%, attività amministrative e servizi di supporto +2,4%, costruzioni +2,4%, attività professionali, scientifiche e tecniche +2% e sanità e assistenza sociale +1,9%.

I salari minimi stabiliti nei principali Ccl invece sono stati aumentati dell'1,9% nel 2023, rispetto allo 0,6% dell'anno scorso. Nel settore secondario le retribuzioni minime sono cresciute dell'1,9% mentre nel terziario dell'1,8%. I Ccl che contemplano clausole sui salari minimi e in cui sono stati raggiunti accordi riguardano globalmente poco più di 1'832'000 lavoratori.

Travail.Suisse ha stilato in dicembre un bilancio in chiaroscuro dei negoziati salariali per il 2023. I dipendenti hanno sì ottenuto gli aumenti più elevati da 20 anni a questa parte, ma questi non riusciranno a compensare il rialzo "record" del costo della vita. "Nonostante il persistere di una buona situazione economica, troppi datori di lavoro si sono dimostrati tirchi e non sono disposti a compensare l'integralità del rincaro", aveva dichiarato allora Thomas Bauer, responsabile della politica economica dell'organizzazione.

Anche l'Unione sindacale svizzera ha lanciato l'allarme in maggio per il un crollo del potere d'acquisto dei lavoratori: tre anni consecutivi con salari reali in calo hanno comportato una perdita di 2'000 franchi per un dipendente medio e di 4'000 per una famiglia, secondo il capo economista Daniel Lampart.

Coop ritocca al rialzo

Coop aumenterà gli stipendi dei suoi dipendenti meno pagati di almeno il 3% a partire dal prossimo anno. Il salario minimo mensile per i dipendenti regolari passerà da 4'100 a 4'200 franchi. Gli apprendisti al primo anno di formazione guadagneranno 1'000 franchi, invece dei 900 attuali.

Per le retribuzioni superiori ai 4'800 franchi, gli aumenti saranno distribuiti su base individuale. Globalmente la massa salariale crescerà del 2,2%.

In un comunicato congiunto la Società degli impiegati di commercio, il sindacato Ocst, Unia e l'Unione dei dipendenti Coop hanno accolto con favore questo sviluppo e la concessione di un buono spesa di 500 franchi a ogni dipendente, indipendentemente dal suo tasso di occupazione.

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