Borse: coronavirus e petrolio in caduta libera piegano l'Europa
Prezzo del greggio mai cosi basso dalla guerra del Golfo nel 1991. La settimana dei mercati si apre in caduta anche in Asia.
Il prezzo del petrolio affonda del 31% sui mercati, il peggior calo dal 1991, dopo che l'Arabia Saudita e la Russia hanno innescato una guerra dei prezzi facendo saltare il vertice Opec+. Il greggio Wti del Texas cede il 31% a 27,35 dollari al barile, mentre il Brent cede il 25% a 33,72%.
La settimana dei mercati si apre in caduta, sull'onda dell'espansione mondiale del Covid19, col greggio senza paracadute e le valute in tensione. Tonfo in avvio per le principali Borse europee: Francoforte cede il 7,38%, Londra perde l'8,54%, Madrid il 5,87 e Parigi stenta a partire.
In Asia, con lo yen che si rafforza toccando il massimo dal 2016, crolla la Borsa di Tokyo, lasciando sul terreno 5,07%. Nuovo tonfo per Seul (-4,19%), che ha lasciato all'Italia il primato dei contagi di coronavirus, dopo la Cina. Non fanno molto meglio Hong Kong (-3,74% a seduta ancora aperta), Shanghai (-3,01%) e Shenzhen (-3,79%).
Ma il crollo più accentuato nell'area Asia-Pacifico è segnato da Sydney (-7,33%): si tratta del maggio calo dopo il -8,3% registrato il 10 ottobre 2008.
La caduta delle quotazioni del greggio, la peggiore dalla guerra del Golfo del 1991, è stata scatenata dal mancato accordo al vertice Opec+ fra Arabia Saudita e Russia in un contesto già difficile per la domanda a causa del coronavirus. Secondo le stime di Goldman Sachs, citate da Bloomberg, il petrolio potrebbe crollare ulteriormente fino a 20 dollari al barile.
Le voci di un aumento unilaterale della produzione da parte dell'Arabia hanno scatenato un'ondata di vendite inarrestabile. La caduta delle quotazioni del greggio mette in difficoltà interi Stati come la Nigeria, il Venezuela e l'Iraq, le cui finanze pubbliche sono fortemente dipendenti dai proventi delle vendite petrolifere e diversi grandi gruppi occidentali quali Exxon.
