Economia

Anche l'export è 4.0 e il Ticino gode di vantaggi competitivi

L’innovazione tecnologica investe pure gli aspetti commerciali: i processi produttivi stanno cambiando sull’onda della digitalizzazione

I relatori. Al centro Valentina Rossi ed Emanuele Carpanzano (Ti-Press)
2 aprile 2019
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L’internazionalizzazione delle imprese va di pari passo con il progresso tecnologico e il cambiamento di paradigma produttivo. La digitalizzazione dei processi e l’esigenza di essere presenti in tempi rapidissimi sui mercati di sbocco rispetto a dove avviene la produzione, spingono sempre più aziende a innovare e ad adottare sistemi produttivi più efficienti. Addirittura le transazioni commerciali estero su estero potrebbero essere più sicure dal punto di vista del rischio credito se le controparti usassero, per esempio, la blockchain.

Di industria 4.0 e di digitalizzazione si è parlato questa sera presso l’Hotel Principe Leopoldo durante la tradizionale ‘Giornata dell’export’ organizzata dalla Camera di commercio del Cantone Ticino. Ospiti, tra gli altri, il professore Emanuele Carpanzano, direttore del Dipartimento tecnologie innovative della Supsi. «Il Ticino, dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione dei sistemi industriali, gode certamente di una posizione privilegiata rispetto ad analoghi distretti produttivi di altre parti del mondo o dell’Europa», spiega il professor Carpanzano. «La limitazione territoriale è compensata dal fatto che esso è inserito nel sistema formativo elvetico – a tutti i livelli: dalla formazione duale a quella accademica – che è di prim’ordine. La Svizzera, infatti, è sempre in cima nelle classifiche internazionali sull’innovazione tecnologica», continua Carpanzano che ritiene questo fattore un vantaggio competitivo importantissimo.

«Il sistema formativo svizzero è quindi abbastanza flessibile per affrontare i cambiamenti tecnologici in atto e l’ecosistema produttivo è in grado di attrarre talenti. E anche il Ticino ha le sue carte da giocare», commenta il professore, ricordando che la presenza di due giovani atenei (Usi e Supsi) unita a quella di centri di ricerca applicata e di base di ottimo livello, sono il necessario ecosistema per le imprese innovative. «Sta però all’intelligenza e alla creatività umane – fondamentali soprattutto in questo contesto di cambiamento tecnologico – dare forma concreta all’innovazione». Carpanzano fa l’esempio del fenomeno del reshoring (ritorno di attività produttive un tempo delocalizzate, ndr) che caratterizza le economie avanzate. «L’automazione abbassa il costo del lavoro per unità di prodotto, ma nel contempo nasce l’esigenza di essere più prossimi al mercato. Da qui l’esigenza di centri produttivi più piccoli, ma più diffusi a livello geografico», conclude il professore.

Del buon posizionamento delle imprese industriali ticinesi nel contesto internazionali è convinta anche Valentina Rossi, responsabile del Servizio export della Camera di commercio. «Come associazione, con eventi pubblici come quello di ieri sera, facciamo informazione per rendere attente le aziende dei cambiamenti in atto. Inoltre sosteniamo i processi di innovazione con formazioni mirate per fare in modo che la forza lavoro sia adeguatamente preparata», aggiunge. 

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