Economia

Anche Airbnb pagherà le tasse turistiche in Ticino

Gli oneri di promozione e soggiorno saranno incassati quando si prenota. Messaggio del Dfe al Governo ad aprile

Prenotare con un click (Foto Keystone)
30 marzo 2019
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L’offerta alberghiera delle principali località turistiche nazionali ed europee da tempo si è arricchita di modalità diverse di alloggio. Pensiamo alla possibilità di affittare un appartamento per un fine settimana nel cuore di centri storici di città o di rinomate località montane e lacustri svizzere a prezzi più che contenuti. Un fenomeno che è esploso con le piattaforme online che permettono di fare incontrare la domanda e l’offerta di questo tipo di turismo. Pensiamo, per esempio, ad Airbnb che è diventata leader mondiale in questo ambito. Come spesso accade, la digitalizzazione declinata nella forma della ‘sharing economy’ non ha inventato nulla di nuovo (gli affittacamere sono sempre esistiti, ndr), ma ha accelerato una tendenza in atto.


Tra gli aspetti negativi c’è quello della distorsione della concorrenza tra strutture alberghiere classiche e offerta alternativa soprattutto per quanto riguarda la riscossione delle tasse turistiche. Un problema che più di una città si è posto. A questo proposito abbiamo interpellato il Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) che sta elaborando alcune proposte di modifica della Legge sul turismo, il cui messaggio sarà portato in Consiglio di Stato nel mese di aprile. Il Ticino, quindi, sarà verosimilmente presto il sesto Cantone svizzero ad avere un sistema per incassare le tasse turistiche anche dall’offerta turistica basata su piattaforme online.


«Come Dipartimento vogliamo un sistema che garantisca la parità di trattamento tra offerta classica (alberghi, campeggi, B&B e anche le residenze secondarie) e quella, diciamo così, alternativa, ossia venduta attraverso le piattaforme online a incasso diretto», ci spiega il consigliere di Stato e direttore del Dfe Christian Vitta.

Stando a informazioni della stessa Airbnb e riprese dalla sezione ticinese di Hotelleriesuisse, si stimano in circa 170-180mila l’anno le presenze turistiche fuori dai canali tradizionali. Concretamente come verranno riscosse le tasse turistiche?
Le modifiche alla legge prevedono l’inserimento di una nuova categoria di datori di alloggi, che comprende tutte le tipologie di alloggio tipicamente presenti sulle piattaforme di prenotazione online a incasso diretto, come ad esempio Airbnb. Come Dipartimento desideriamo un sistema che garantisca una parità di trattamento tra tutta l’offerta di alloggi. Oggi l’offerta online è difficile da intercettare e sfugge quindi ai controlli delle Organizzazioni turistiche regionali (Otr). Per ovviare a questa distorsione della concorrenza, chiederemo ai datori di alloggio di dotarsi di un numero identificativo in modo che le stesse piattaforme online, al momento di prenotazione e pagamento, incassino direttamente la tassa di soggiorno e la versino all’Agenzia turistica ticinese, che si occuperà poi della sua distribuzione. Si tratta di una sorta di imposizione alla fonte per chi prenota sulle piattaforme online, che ci permetterà di fare in modo che tutte le prenotazioni vengano sottoposte alle relative tasse.

Si stimano oltre 2mila case affittate attraverso piattaforme Internet

Si è proceduto quindi a un accordo con Airbnb?
Questo tipo di approccio presuppone una collaborazione con le piattaforme online. Il Ticino sarà probabilmente il sesto Cantone in Svizzera (dopo Basilea, Berna, Zurigo, Zugo e Friburgo, ndr) a sottoscrivere un accordo di questo tipo. La novità è che includiamo nella procedura questo numero identificativo unico in Svizzera, ma già sperimentato da diverse città europee. Se stimiamo in 175mila l’anno i pernottamenti generati da Airbnb, i maggiori incassi riversati all’Agenzia turistica ticinese dovrebbero essere pari a circa 350mila franchi per la tassa di soggiorno, che resterebbero a disposizione per progetti a carattere cantonale o riversati alle relative Otr. Queste ultime incasserebbero altri 220mila franchi per la tassa di promozione. In totale oltre 570mila franchi potrebbero andare a beneficio del turismo ticinese.

Sapete già a quanto ammonta questa offerta ‘alternativa’?
Attualmente si stimano oltre 2mila oggetti in Ticino. Ma si tratta di un fenomeno in crescita. Per questo è meglio intervenire in questo momento proprio per evitare la disparità di trattamento. Ricordiamo che le strutture ricettive classiche hanno fatto degli investimenti sul territorio e si attendono delle risposte dall’ente pubblico di un cantone che è anche a vocazione turistica. Con questa novità legislativa, avremo inoltre la possibilità di avere un quadro completo e veritiero dell’intera offerta ricettiva. Potremo monitorare i pernottamenti in modo più completo e capire se ci sia un fenomeno di travaso degli ospiti dagli alberghi agli appartamenti. Infine con l’assegnazione di un numero d’identificazione, si risolve anche il problema della mancata notifica in polizia degli ospiti.

Il fenomeno ‘online’ riguarda più le città o anche le valli?
Come dicevo, il fenomeno è in crescita e uno degli aspetti positivi della digitalizzazione è che anche zone non ancora conosciute turisticamente possono affacciarsi su questo mercato. Ci sarà sicuramente qualcuno che potrebbe cogliere l’occasione per affittare temporaneamente il proprio rustico o il proprio appartamento in montagna. Siamo un cantone a vocazione turistica ed è giusto occuparsi per tempo di questo settore in un momento in cui l’offerta ‘digitale’ sta ancora prendendo forma. A transizione già avvenuta, diventerebbe molto più difficile intervenire. GENE

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