Spettacoli

Netflix rilancia l'offerta per Warner Bros Discovery nella sfida con Paramount e Comcast

Seconda offerta principalmente in contanti e ricerca di finanziamenti da decine di miliardi; rivali hanno alzato le proposte e potrebbero scattare accertamenti antitrust

2 dicembre 2025
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Netflix alza la sua offerta per Warner Bros Discovery con l'obiettivo di battere la rivale Paramount. Il colosso dello streaming ha infatti presentato una seconda offerta principalmente in contanti per le attività di intrattenimento e streaming di Warner Bros e sta lavorando per assicurarsi un finanziamento da decine di miliardi di dollari per portare a termine l'operazione, dalla quale ne uscirebbe rafforzata.

Per il secondo round di offerte anche Paramount e Comcast hanno rivisto al rialzo le loro proposte: Paramount vorrebbe mettere le mani sulle reti via cavo CNN e TNT, mentre Comcast è interessata, come Netflix, solo a una parte degli asset di Warner Bros Discovery. Al momento non è ancora chiaro se ci sarà un terzo round di offerte: le tre società sono in attesa di una risposta.

Warner Bros Discovery ha deciso di mettersi in vendita in ottobre dopo aver ricevuto diverse offerte non sollecitate da Paramount, il colosso guidato da David Ellison.

Una potenziale acquisizione da parte di Netflix della tv e degli studi di Warner Bros Discovery attirerà probabilmente l'attenzione dell'antitrust americano in quanto sancirebbe le nozze fra il colosso della tv in streaming e HBO Max, creando di fatto un gigante con un ampio potere su un mercato già dominato da Netflix. Il possibile matrimonio preoccupa anche la Casa Bianca, dove di recente - riporta il "Wall Street Journal" - si è tenuto un incontro sul tema.

Anche l'unione fra Paramount e Warner Discovery solleverebbe comunque delle preoccupazioni in termini di concorrenza. Il colosso guidato da Ellison controlla già MTV e Comedy Central, mentre a Warner Bros Discovery fanno capo TBS, TNT e Food Network. Inoltre le eventuali nozze si tradurrebbero nell'unione di CNN e CBS News, suscitando le perplessità dei critici sul consolidamento dell'industria dei media.