laR+ La recensione

Osi in Auditorio, nella Mitteleuropa con Mozart

Strepitoso il contrabbasso di Enrico Fagone, da ricordare anche l’immenso bis concesso da Kowalski e Vukčevic

Giovedì 23 gennaio al Lac
(OSI / S. Ponzio)
24 gennaio 2025
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Quarto concerto in Auditorio, secondo Play&conduct, con direttore e solisti tutti prime parti della stessa Orchestra della Svizzera italiana: Enrico Fagone, direttore e solista di contrabbasso; Robert Kowalski, solista di violino; Ivan Vukčevic, solista di viola. Un programma consacrato a un compositore di sicuro avvenire: Wolfgang Amadeus Mozart.

Due capolavori, tante volte ascoltati dai melomani di lungo corso: la Sinfonia Concertante K 364, composta a Salisburgo nel 1779, la Sinfonia K 551, la ‘Jupiter’, composta a Vienna nel 1788, che fanno un’ora di musica, introdotte da un brevissimo, affascinante omaggio novecentesco a Mozart, per il quale, penso, ricorderemo a lungo il concerto di giovedì: ‘Mozart New’ per contrabbasso e strumenti a fiato di Jean Françaix (1912-1997), che porta la data 1981. Un brano divertente, un dialogo concitato del solista con due flauti, due oboi, due clarinetti, due corni, un fagotto e un controfagotto, che mi è sembrato l’evocazione di una festa popolare sulla piazza di un villaggio. Strepitoso il contrabbasso di Enrico Fagone: mi ha ricordato i gaddiani coscienziosi borgorigmi dell’augusto inguine dello strumento. Si dice che in musica sia più facile far piangere che far ridere: un grazie alla nostra piccola grande orchestra, che ha aperto col sorriso il suo novantesimo anno di vita.

L’ascolto della Sinfonia Concertante, per un veterano delle sale da concerto si è sommato ad altri memorabili ascolti, ma ha rinnovato il compiacimento per l’alto livello raggiunto dalla nostra Orchestra, che si misura anche dalla qualità delle sue prime parti. Del concerto di giovedì ricorderò anche l’immenso bis concesso da Kowalski e Vukčevic, uno sguardo sulla musica barocca, che spero di poter riascoltare.

Non tutto ha funzionato nella seconda parte del concerto, nella ‘Jupiter’, dove “l’espressione tende a farsi solenne, con deliziose cadute nei domini della grazia carezzevole e talvolta malinconica”, cito Massimo Mila: Fagone è sembrato non osar chiedere troppo ai colleghi orchestrali, e ha lasciato correre un appiattimento dinamico, che assolutamente non c’era nella prima parte.

Comunque, grandi applausi di un pubblico comprensibilmente entusiasta e concessione di un immenso fuori programma, fatto di estratti dal ‘Don Giovanni’, l’opera presentata a Praga nel 1787, un altro trionfo mitteleuropeo di Mozart.