Il direttore artistico Miguel Cienfuegos racconta la nuova stagione del teatro locarnese all’insegna dell’apertura a realtà diverse, da sud a nord
L’orecchio teso all’ascolto di lingue diverse, l’occhio che si apre e spazia da sud a nord voltandosi anche verso l’Asia: nella nuova stagione inverno-primavera 2025, il Teatro Paravento di Locarno, “mentre il mondo accelera e forse sbanda” prova a essere “una bussola per cercare di capire il mondo che ci ruota attorno, o – perlomeno – un approdo sicuro in un mare burrascoso”. Tanto teatro, ma non solo: danza, musica popolare e classica, cinema popoleranno il calendario di attività. Spazio anche per un momento di incontro-conversazione: con “Sguardi friburghesi” il 9 maggio il Paravento ospiterà l’economista Remigio Ratti, in collaborazione con Alumni-Université de Fribourg per un confronto su società, cultura ed economia.
«Da parte nostra c’è una ricerca continua per proporre sempre qualcosa di nuovo», spiega il direttore artistico del Paravento Miguel Cienfuegos. «Ad esempio i nostri tentativi di offrire spettacoli anche in altre lingue, ciò che non è consueto dato che dalle nostre parti si fa tutto in italiano. Come con il CineClub, che quest’anno parlerà del Sudamerica. Crediamo che nella dimensione internazionale della Svizzera sia giusto aprire spazi verso realtà meno note». Come poco nota, almeno alle nostre latitudini, è la realtà teatrale di oltre Gottardo, che come già lo scorso anno approderà al Paravento il 6 aprile con lo spettacolo di cabaret in svizzerotedesco ‘Over&Out’, di e con Nina Wägli. «Un’attrice che conosciamo e che è già stata nostra ospite, vogliamo riproporre un suo spettacolo anche perché nel Locarnese abbiamo tante persone che parlano lo svizzero-tedesco. Ma andrà in scena, ad esempio, anche un gruppo teatrale amatoriale che opera a Zurigo e che recita in catalano [Compagnia La Quinta Forca, con ‘Perfectes desconeguts’, regia di Joan Piñol in scena il 22 marzo n.d.r.]. È un’iniziativa che speriamo possa crescere in futuro e prendere sempre più piede anche da noi, come nel resto d’Europa dove ci sono diverse realtà di teatri che propongono spettacoli in altre lingue: un modo per lanciare un messaggio alle diverse collettività che vivono in Ticino, per coinvolgere sempre di più persone di altre nazionalità che forse, normalmente, non si avvicinerebbero al teatro».
Tornando a casa nostra, il 29 e 30 aprile sarà la volta del debutto ‘in casa’ dello spettacolo di teatro-canzone ‘Le sorelle Marigotti’, coproduzione fra Teatro Paravento e Associazione Culturale Cram, di e con Luisa Ferroni e Gabriella Lucia Grasso per la regia dello stesso Cienfuegos, che così ne parla: «È uno spettacolo che tratta di un tema serio ma affrontato con parecchio umorismo. Come accadeva in certe epoche in cui nel mondo della musica ci si presentava come fratelli o sorelle per cercare di ottenere più successo, le sorelle Marigotti sono due finte sorelle, un po’ in là con gli anni, che ricordano con molta nostalgia i tempi in cui avevano successo, in un’epoca, gli anni Duemila, in cui con lo sviluppo della tecnologia, a partire dall’uso massiccio del telefonino, si vedono un po’ fuori contesto. C’è dunque il rapporto di queste due signore che vivono in un tempo che si fa per loro sempre più complesso ma che non smettono tuttavia di ricordare: alcune parti della storia nella loro mente sono ancora molto chiare, per altre invece c’è una ricerca nella memoria, che va perdendosi. E in mezzo a questi ricordi emergono accenni ad anni precisi del Festival di Sanremo, a quella che era la realtà di quel mondo all’epoca: nello spettacolo ci sono diverse canzoni di un tempo cantate da Gabriella Lucia Grasso e Luisa Ferroni. Una storia che ha un che di nostalgico e lievemente triste, ma affrontata con un certo umorismo».
Le attività del Paravento non si limitano agli spettacoli inseriti nel programma della stagione, sia per l’attuale sia per il futuro. «Stiamo lavorando dietro le quinte, per il prossimo anno, considerato che quest’anno ricorrono i cento anni del Patto di Locarno, ci sono alcune idee che vedranno la luce più avanti. Inoltre, come già lo scorso anno, abbiamo in programma il Festival di Teatro Giovane, una collaborazione internazionale con realtà teatrali italiane simili alla nostra, progetto sostenuto dalla Regio Insubrica. Diverse proposte che, pur con un programma sempre collaudato, permettono di cambiare il volto di ciò che offriamo al pubblico non solo locarnese, ma di tutto il Ticino e anche a persone di passaggio che partecipano alle nostre attività».
Ad aprire le danze, il 26 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, sarà lo Studio Mira con la produzione italo-svizzera ‘Il grande nulla’ di Romeo Gasparini. «Il nostro teatro è sensibile al tema della memoria, come anche molte compagnie e molti artisti. Crediamo sia importante prendere la parola su questo tema, un modo per essere parte della realtà del mondo di oggi».
Ancora teatro domenica 9 febbraio con ‘80 centesimi’, di e con Pietro De Nova, mentre il 27 febbraio tornerà sul palco del Paravento Emanuele Santoro che porterà in scena ‘Se Dio fosse svizzero’, recital sul libro di Hugo Lötscher. Lo stesso Santoro sarà ancora al Paravento il 10 e 11 maggio con il suo spettacolo ‘AUTlook’. La musica vedrà in scena, fra l’altro, l’Orchestra da Camera dei docenti del Conservatorio della Svizzera italiana con ‘Histoire du soldat’ di Igor Stravinskij il 14 marzo, e il ritorno della musica e la danza tradizionale dell’India di ‘CulturAll’ che chiuderà il sipario il 16 maggio.
Programma completo su www.teatro-paravento.ch.