laR+ Il commento

Sarà la nostalgia (i Beatles now, then and forever)

In tutta onestà, ci siamo emozionati di più alla fine di ‘Yesterday’ (il film), ma dei Fab Four non si butta via niente, anche quarant'anni dopo

In sintesi:
  • I maccartneiani se ne facciano una ragione: ‘Now and Then’ suona molto Lennon (che non a caso l'ha scritta)
  • E comunque, checché ne dica il Guardian, a noi ‘Free as a Bird’ è sempre piaciuta
All together now
3 novembre 2023
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“Celeste, biblica, straziante e commovente allo stesso tempo”. A Liam Gallagher degli Oasis non gli sarà sembrato vero. ‘Now And Then’ è disponibile da ieri ‘across the universe’, limitatamente al Pianeta Terra che alle 15, orario social, ha potuto ascoltare i Beatles tutti insieme in un pezzo scritto quarant’anni fa. Sean Ono Lennon, figlio di John e Yoko, ha definito la canzone “una capsula del tempo”, la cui DeLorean è stata per una buona parte di giornata un film-documentario di dodici minuti scritto e diretto da Oliver Murray.

Mentre il brano è in ogni bottega del disco digitale, il corto è sul Tubo e regala retroscena e statement da enciclopedia del rock, cose come “quando abbiamo perso John sapevamo che era davvero finita – dice Paul in apertura di documentario, scaldando i cuori – poi nel 1994 si è presentata un’occasione per fare altra musica insieme”. Il riferimento è a ‘The Beatles Anthology’, la prima corposa retrospettiva uscita in epoca di Vhs che per ricchezza ci fece strabuzzare gli occhi e per inedita gradevolezza (‘Free as a Bird’) ci fece strabuzzare pure le orecchie. L’Antologia fu il primo ritorno al futuro dei Beatles, quando il passato tornava in forma di nastri recuperati e ripuliti da macchine diverse da quelle odierne, ma comunque intelligenti.

Cold case

‘Now And Then’, è già stato detto, nasce alla fine degli anni ’70 nella fatidica demo di Lennon, piano e voce registrati nel sinistro Dakota Building di New York, luogo di residenza dei Lennon (va bene anche “degli Ono”) all’ingresso del quale, l’8 dicembre del 1980, l’artista fu ucciso. Di quei giorni, il figlio Sean dice: “L’idea che mio padre avesse smesso di fare musica per crescere me è vera solo in parte. Non faceva tour, era libero da vincoli discografici, ma in casa scriveva senza sosta”. Nel 1994 (vedi sopra) una manciata di quelle canzoni fu concessa da mamma Yoko agli ex compagni di musica, compresa ‘Now and Then’, scartata perché la tecnologia del tempo non avrebbe mai potuto separare la voce dal pianoforte, che in quel momento erano, come John e Yoko, una cosa soltanto.

Nel 2001 la morte di George Harrison sembrava aver messo una pietra tombale anche sul brano; poi, nel 2021, come vecchi serial killer incastrati dalla prova del Dna, il cold case ‘Now and Then’ viene risolto grazie alla tecnologia applicata nella docuserie di Peter Jackson ‘The Beatles: Get Back’, che trasferita pari pari alla cassettina di Lennon isola la voce di John dallo strumento in salotto, e permette la costruzione di tutto il resto: nel 2022 Ringo suona una nuova parte di batteria, Paul completa le chitarre di George omaggiandolo di un solo di slide, suo marchio di fabbrica, suona il basso e col pianoforte ricalca l’esecuzione di John. Con i cori dei Beatles in vita e gli archi registrati a Los Angeles senza che gli orchestrali sappiano di suonare un inedito dei Fab Four, si arriva alle 15 del 2 novembre 2023.

‘Yesterday’

Detto della genesi, diciamo delle reazioni. Per il Washington Post “non è abbastanza”, per il Guardian (ti piace vincere facile) “nel cuore dei fan dei Beatles non sostituirà mai ‘Strawberry Fields forever’ o ‘A Day in the Life’, ma è meglio di ‘Free as a Bird’ e ‘Real Love’”. Il Telegraph la vede come “un tentativo tenero ma triste di ritrovare la magia del più grande gruppo della storia del pop”, ma soprattutto non la vede come “la gemma sepolta che speravano i fan di tutto il mondo”.

Diciamo la nostra, e cioè che ‘inedito’ non è necessariamente sinonimo di ‘capolavoro’ e che questo “piacere inaspettato, malgrado tutto” (Variety) suona più Lennon che Beatles, la stessa sensazione data da ‘Free As a Bird’ che al Guardian non è mai piaciuta ma che comunque una sua forma precisa l’aveva (come ogni cosa prodotta da Jeff Lynne).

Al netto di ‘Now and Then’, che non cambia di una virgola la devozione per i quattro di Liverpool e nemmeno la intacca, tra i piaceri più inaspettati legati ai Beatles rimane in vetta alla Top ten della nostalgia il finale di ‘Yesterday’, film di Danny Boyle scritto senza l’intelligenza artificiale, che ci mostra (spoiler) cosa farebbe oggi John Lennon se i Beatles non fossero mai esistiti. ‘Yesterday’, il film, che riserva a noi una lacrimuccia pacifista e agli Oasis un irresistibile sberleffo, rinfrescando un quesito sempre aperto: “Cosa sarebbe la musica senza i Fab Four?”. Ma anche “quanto sono stato fortunato ad avere questi uomini nella mia vita”, che è ciò che Paul si chiede nel corto, per quella che è insieme una domanda e una constatazione che ognuno di noi potrebbe fare sue. Perché, siamo onesti: si potrà pure essere lennoniani, ma c’è qualcuno che a Macca vuole dargli torto?

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