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Il buio, la luce e altra materia sonora

‘Sensitive Darkness’, il Lugano Percussion Ensemble mai così ‘leggero’ e le visioni di Roberto Mucchiut, il 16 novembre a Lugano, Asilo Ciani

Dietro le silhouette del sestetto, Roberto Mucchiut, 2015, opera della serie ‘Muta-menti’ (fotografia digitale)
2 novembre 2023
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Quattro pianeti timbrici, analizzati inizialmente al buio, quattro dimensioni accese dalla fioca luce di dodici torce elettriche, rette, mosse e ‘suonate’ da altrettante mani; aprono un crescendo che di elemento in elemento, di materia in materia, va dal bagliore alla luce piena. Di questa esperienza sonora e progressivamente visiva intitolata ‘Sensitive Darkness’, che sarà svelata il prossimo 16 novembre a Lugano all’Asilo Ciani, Gregorio Di Trapani fornisce la corretta definizione tecnica: «Improvvisazione pilotata».

Di Trapani è una delle dodici mani del Lugano Percussion Ensemble (Lpe), sestetto di cui abbiamo detto non molto tempo fa in occasione di session di registrazione luganesi. Anche di Roberto Mucchiut, artista multimediale e digitale che si muove tra informatica, video e fotografia, musica e sound design, abbiamo scritto di recente, come colui che lo scorso settembre mise l’Orchestra della Svizzera italiana sotto luci ‘Saturday Night’s Fever’, uno che più ‘be-connected’ di lui pochi ce ne sono.

Da legno e pietra

Il Lugano Percussion Ensemble – nelle persone di Di Trapani, Luca Bruno, Armando De Angelis, Moe Kitamura, Rina Roccasalva e Alberto Toccaceli – e Mucchiut si uniscono per questo atto immersivo nato nel passato non remoto di un LongLake Festival Lugano, quando la versione ‘Light Percussion’ della formazione portò tra la gente del lungolago «la timbrica della percussione, più che l’aspetto ritmico»; proprio in quell’occasione, le due realtà si dissero che sarebbe stato bello collaborare, guardando alle potenzialità di quello spettacolo.

‘Sensitive Darkness’ nasce dal suono di legno e pietra, parte di quei concerti ‘leggeri’ che tornano ciclicamente in situazioni poco illuminate e calate tra il pubblico; la scintilla che ha acceso la collaborazione è però più recente e s’intitola ‘Off’, brano di Luca Bruno nel quale gli strumenti sono torce elettriche che regalano il suono dallo sfregamento al battere delle stesse su superfici solide, fino al ‘click’ del relativo interruttore – l’on e, appunto, l’off – ma che ‘suonano’ anche di luce. In un programma che andrà da ‘Off’ (la luce) a ‘Music for Pieces of Wood’ di Steve Reich (il legno), e da ‘Archaeopteryx’ di Mathias Steinauer (la pietra) a ‘Drop’, scritta dall’ensemble ticinese (l’acqua), la sollecitazione di sensi per percussioni e live visuals è servita.

‘Siete pregati di spegnere i telefonini’

‘Sensitive Darkness’ è il concerto più leggero del Lugano Percussion Ensemble. Abituati, come di norma tutti i percussionisti, a trasportare grossi carichi, «questa volta ognuno di noi porterà due claves, due torce, due pietre e una vaschetta d’acqua», quest’ultima per l’esecuzione di ‘Drop’, omaggio alla “sensazione primordiale di benessere” per la quale Mucchiut proverà a entrare sin dentro la goccia. L’intento del Lugano Percussion Ensemble è quello di portare l’esperienza in giro per il mondo, sia quella di ‘Sensitive Darkness’ che di ‘Light Percussion’ («Con una sola valigia, il top della leggerezza»), anche insieme a Maria Bonzanigo, cofondatrice della Compagnia Finzi Pasca, con la quale è al vaglio «un pezzo per stoffe, il suono di panni strisciati sul corpo, battuti in terra, una specie di ‘body panning’» (ride, ndr). ‘Sensitive Darkness’, ancora, è momento totalmente acustico e concepito come traccia unica: «Chiederemo agli spettatori di spegnere i telefonini per evitare che anche la luce di un solo messaggio possa interferire sul buio generale».

Quella di Lugano è una prima assoluta. Per la gioia del musicista, può essere interessante sapere che tutti i brani in programma saranno suonati a memoria quanto a posizioni e incastri ritmici; i segnali saranno dati dai singoli strumentisti con respiri leggerissimi, diversi in base alle partenze, se cioè si tratta di quarti, ottavi o sedicesimi, o da altro tipo di segnali che non sveleremo in questo scritto.

In Francia, in parte, ‘Off’ è stato già apprezzato come brano a sé. Lugano si appresta a fare altrettanto e sempre al buio, aspettando che «la sfera bluastra sospesa nel niente» – la personale visione di Roberto Mucchiut della totale oscurità, così come riportata da Gregorio – diventi finalmente luce.

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