l'intervista

Raphael Jost, ad Ascona un Natale a ritmo di swing

Questa sera, per l'ultimo concerto del 2019 del Jazz Cat Club, il canzoniere americano nella sua accezione più ‘Christmas’ nelle mani di un pianoman

Swinging Christmas
16 dicembre 2019
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‘Swinging Christmas – I grandi classici natalizi dell’American Songbook’ è lo spettacolo che il 31enne cantante e pianista Raphael Jost presenta stasera alle 20.30 al Teatro del Gatto di Ascona, ospite del Jazz Cat Club per l’ultimo concerto del 2019.

Raphael, qui ti conoscono. Hai vinto lo Swiss Jazz Award nel 2015, hai avuto un buon successo con il primo cd assieme ai Lots of horns ‘Don’t Blame Me’ e ora hai pubblicato ‘Moosedays’, che contiene pure in buona parte tue composizioni. Come è stato accolto quest’ultimo lavoro?

‘Moosedays’ segue stilisticamente le orme del mio primo album. Eppure sento di aver fatto molti passi avanti. Lo sento nella mia voce e nel sound dell’intera band. L’album è stato accolto molto bene e ha ricevuto ottime recensioni. È variegato e include brani jazz e pop.

Jazz e pop sono un po’ la tua cifra stilistica. Chi sono i tuoi musicisti di riferimento, come sei arrivato al jazz, e quali delle due anime prevale?

Infatti ho due cuori che pulsano nel mio petto. Sono cresciuto con il pop (di Elton John e Michael Jackson fra gli altri) e ho trovato la via del jazz grazie al pianista e cantante britannico Jamie Cullum a un’età relativamente tardiva, a circa 17 anni. Grazie a Cullum, ho anche riscoperto la gioia di cantare. Poi a 19 anni a Londra ho visto in concerto Monty Alexander, e quell’esperienza mi ha cambiato la vita: da allora lo swing è parte di me. Oggi, naturalmente, ho diversi modelli: Sinatra, Nat King Cole, Oscar Peterson, Ahmad Jamal, solo per citarne alcuni.

Ti senti più cantante o pianista?

Preferisco fare le due cose insieme. Ma in ogni caso, mi sento più un pianista che canta che un cantante pianista.

Come avviene per te il processo crea­tivo quando scrivi? E che cosa ti ispira maggiormente nella composizione?

Le mie composizioni spesso iniziano con un’idea al pianoforte. Improvviso molto quando suono al piano e se succede qualcosa di interessante, registro con lo smartphone per catturare l’idea e poi svilupparla. Molte mie canzoni sono istantanee ispirate alle storie della mia vita.

A che punto della tua carriera pensi di trovarti? Come vedi il tuo futuro? Ultimamente suoni anche all’estero…

Musicalmente, credo e spero, non si arriva mai veramente al punto in cui uno si dice: sì, ho trovato il “mio” suono. È un percorso che non finisce mai. Per me è grandioso che negli ultimi 2-3 anni sia stato in grado di suonare anche all’estero. Quest’anno sono stato in Germania, Svezia e Giappone. Conoscere nuovi posti e persone attraverso la mia musica è il meglio che possa capitarmi.

Ad Ascona verrai con un progetto natalizio. Come vivi il Natale e cosa attende lo spettatore?

Anche per me il Natale tradizionalmente significa stare insieme con la famiglia, fare un attimo di pausa e prendere le risoluzioni per il futuro. Da alcuni anni i concerti ‘Swinging Christmas’ sono diventati parte integrante del mio Natale. Adoro suonare i meravigliosi vecchi classici natalizi americani insieme ai miei musicisti preferiti. La cosa funziona, credo, perché nonostante le canzoni siano famose il programma non è troppo sdolcinato. C’è swing, ci sono molti assoli, è jazz – ma in qualche modo riflessivo!

La tua voce che è davvero particolare. Come la descriveresti?

Domanda difficile. La mia voce è baritonale, direi abbastanza potente e versatile, con un timbro leggermente metallico (sorride).

(Acquisto biglietti: 078 733 66 12)

 

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