Società

Drake e The Weeknd duettano. Ma non sono loro a cantare: è l'IA

Dopo la foto premiata dal Sony World Photography Awards, il caso di opera falsa generata dall'intelligenza artificiale apre il dibattito su IA e arte

È lui o non è lui?
(Keystone)

Un duetto di Drake e The Weeknd, ma non sono loro a cantare. Una foto premiata a livello mondiale, ma non è l'opera del fotografo. L'intelligenza artificiale (IA) fa discutere il mondo delle arti dopo che il brano ‘Heart on My Sleeve’ è stato ritirato dalle maggiori piattaforme in streaming pur avendo ricevuto 11 milioni di ascolti tra cui 629’439 su Spotify.

Mancano le norme a tutela della creatività umana. È, in sintesi, il messaggio uscito dal dibattito degli ultimi giorni: "Dobbiamo decidere da che parte della storia siamo: quella dei fan e dei creativi o quella dei falsari che negano ai musicisti il giusto compenso?", ha detto Universal Music Group che pubblica la musica dei due artisti. Intanto l'intelligenza artificiale generativa è arrivata in testa al Sony World Photography Awards: dietro l'immagine in bianco e nero di due donne firmata dal tedesco Boris Eldagsen c'era Stable Diffusion, che genera immagini a partire da un comando scritto da un uomo. Eldagsen ha rifiutato il premio, spiegando di aver partecipato al concorso per aprire un dibattito.

‘Heart on My Sleeve’, creato dal misterioso utente di TikTok Ghostwriter 977, non è un deepfake isolato: nelle stesse ore circolava ‘AIsis’, un album in cui la band britannica Breeze aveva clonato la voce del musicista degli Oasis Liam Gallagher mixandola a track originali del gruppo. L'intelligenza artificiale applicata alle arti non è una novità: nel 2016 una novella scritta con l'intelligenza artificiale è arrivata a un passo dal vincere un premio letterario in Giappone, per non parlare delle controversie sugli Nft e i quadri realizzati con gli algoritmi battuti per centinaia di migliaia di dollari alle aste. La differenza è che adesso la tecnologia è avanzata al punto che permette di replicare credibilmente (e impunemente) artisti del calibro di Drake e The Weeknd. Manca la normativa e ci potrebbero volere anni: ma allora sarà troppo tardi per chiudere la diga.

Per alcuni artisti che cavalcano la novità – Damien Hirst, nell'ultimo esperimento con l'IA generativa, ha chiesto ai suoi collezionisti di generare i propri dipinti guadagnando in nove giorni venti milioni di dollari – l'industria musicale è sul piede di guerra: è diventato eccezionalmente facile generare un falso che può essere usato, privo di copyright, per comporre un rap, la musica di uno spot pubblicitario o una colonna sonora. “Le norme sui diritti d'autore sono tremendamente indietro”, ha detto l'avvocato dell'entertainment Burt Gidaro.

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