Scienze

Gene Homer1 calma la mente e migliora la concentrazione nei topi

Riduce il "rumore di fondo" nella corteccia prefrontale e agisce in una finestra di sviluppo precoce; studio su quasi 200 topi pubblicato su Nature Neuroscience

30 dicembre 2025
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Identificato un gene che calma la mente migliorando la concentrazione: si chiama Homer1 e agisce riducendo il "rumore di fondo" nella corteccia prefrontale, la "centralina" dell'attenzione nel cervello. Lo hanno scoperto i ricercatori della Rockefeller University di New York, analizzando il genoma di quasi 200 topi. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Nature Neuroscience, potrebbero imprimere una svolta nel trattamento dei disturbi dell'attenzione come l'ADHD.

Le attuali terapie, infatti, mirano ad amplificare i segnali eccitatori nei circuiti prefrontali con farmaci stimolanti. La nuova scoperta, invece, indica una via alternativa che consiste nel calmare e non nello stimolare il cervello, proprio come fanno la meditazione e le tecniche di respirazione.

I disturbi dell'attenzione come l'ADHD sono dovuti a un'alterata capacità di filtrare le distrazioni e rilevare ciò che conta per separare il segnale dal rumore di fondo. Su questa capacità agisce il gene Homer1, individuato studiando il genoma di quasi 200 topi ottenuti incrociando otto diverse linee parentali (alcune delle quali con ascendenza selvatica) per imitare la diversità genetica presente nelle popolazioni umane.

I ricercatori hanno scoperto che i topi con la migliore capacità di concentrazione presentano livelli molto più bassi di Homer1 nella corteccia prefrontale: il gene da solo sembra poter spiegare il 20% della variabilità osservata nei diversi esemplari. Nello specifico, sono due varianti di Homer1 (note come Homer1a e Ania3) a fare la differenza. Esperimenti successivi hanno dimostrato che ridurre l'attività di questo gene nei topi giovani durante una ristretta finestra di sviluppo determina miglioramenti sorprendenti: gli animali diventano più veloci, più precisi e meno distraibili in diversi test comportamentali. La stessa manipolazione nei topi adulti, tuttavia, non sortisce alcun effetto, dimostrando che l'azione di Homer1 è cruciale in un periodo critico della prima infanzia.

Dal punto di vista molecolare, la riduzione dell'attività di Homer1 induce i neuroni della corteccia prefrontale a esprimere un numero maggiore di recettori per il neurotrasmettitore GABA, che svolge una funzione inibitoria sul sistema nervoso. Il risultato è una diminuzione dell'attivazione neurale indiscriminata: i neuroni restano più "silenziosi" a riposo e concentrano la loro attività nei momenti rilevanti, garantendo risposte più precise ed efficienti.