Compie dieci lustri l'associazione europea di oncologia medica basata a Lugano: nella giornata internazionale contro il cancro, tracciamo un bilancio
Il 4 febbraio ricorre la Giornata internazionale contro il cancro, promossa dalla Union for International Cancer Control (Uicc) e sostenuta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms): un momento di riflessione e sensibilizzazione sui tumori, con un’attenzione particolare alla prevenzione e all’accesso alle cure per più persone possibili. ‘United by Unique’ è lo slogan per la campagna di quest’anno, un invito alla consapevolezza che dietro ogni diagnosi di cancro c’è una storia individuale diversa da ogni altra, che coinvolge la persona colpita dalla malattia e tutte quelle che le stanno intorno.
In Ticino la Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), con sede a Lugano parteciperà con una propria iniziativa che, sulla scia della campagna lanciata dall’Uicc, prevede l’affissione per le strade della città di cartelloni che recitano ‘Una diagnosi di cancro può far deragliare la vita. Scienza e cure di qualità aiutano a riportarla sui binari’.
«Come associazione professionale degli oncologi medici il nostro messaggio è che la cura per i pazienti passa dalla formazione per i medici – spiega la portavoce di Esmo Vanessa Pavinato –. La scienza in campo oncologico fa passi da gigante, per fortuna, e la qualità delle terapie che ne derivano è un aiuto concreto per le persone che si ammalano di tumore. Quello che fa Esmo è garantire, con programmi di formazione continua, che gli oncologi siano sempre aggiornati sugli ultimi traguardi della scienza e che, seguendo le linee guida internazionali, possano offrire il meglio a ciascun paziente.
A marzo si svolgerà a Lugano un evento dedicato ai tumori rari e in particolare ai sarcomi: verranno presentati i risultati di ricerche che vengono da tutto il mondo sul trattamento di queste neoplasie, che proprio per il fatto di essere rare sono una categoria ancora più difficile da gestire; anche quando c’è una terapia promettente, la sfida principale è a monte, cioè nel saper individuare e diagnosticare correttamente la malattia in modo da poterla trattare con le terapie giuste. Questo congresso che si tiene ormai da tre anni a Lugano ha lo scopo di radunare la comunità medico-scientifica che si occupa dei tumori rari per confrontarsi sulle nuove avanguardie della ricerca, delle terapie e delle azioni politiche da mettere in atto per migliorare la cura di questi pazienti».
Esmo festeggia quest’anno i suoi 50 anni di attività. Qual è il bilancio di questo lungo arco di tempo, e quali i progetti per l’avvenire?
Il bilancio come associazione è sicuramente positivo se partiamo dal fatto che la nostra missione è quella di diffondere il più possibile informazioni scientificamente verificate sui tumori e sulle terapie oncologiche. Quando è nata, 50 anni fa, Esmo era un gruppo di pochi medici che si incontravano per confrontarsi sulle terapie per curare i tumori: oggi ha 45mila soci in tutto il mondo, bacino di professionisti importante per poter diffondere informazioni e formazione, linee guida e strumenti di pratica clinica per poter curare al meglio i pazienti.
Un momento importante in questi 50 anni è stato nel 2011: prima di allora l’oncologia medica non era una disciplina riconosciuta a livello europeo e l’oncologo medico non era una figura professionale chiaramente identificata. L’inclusione dell’oncologia medica tra le discipline indipendenti riconosciute è stato uno dei grandi traguardi dell’associazione. L’oncologo medico è un professionista con una formazione e un sapere essenziali per la gestione del paziente oncologico attraverso le varie fasi della malattia, e la sua formazione continua è fondamentale perché il paziente sia sempre seguito al meglio. Direi che i grandi traguardi non sono tanto quelli dell’associazione quanto i grandi passi avanti della ricerca oncologica.
Quali sono le caratteristiche peculiari dell’oncologo medico?
L’oncologo medico è colui che si occupa dei pazienti affetti da tumore curandoli con le terapie farmacologiche. Con lo sviluppo di nuove terapie oncologiche – dalle tradizionali e storiche chemioterapie si è passati per le terapie a bersaglio molecolare per arrivare alle immunoterapie e alle chemioterapie “intelligenti” – l’oncologo medico è colui che, per educazione prima e per formazione continua poi, in collaborazione con il chirurgo, il patologo, il radioterapista, il radiologo e le altre figure professionali che fanno parte dell’équipe multidisciplinare, si prende cura dei pazienti a 360 gradi, basandosi su un’indagine accurata e approfondita della malattia e delle caratteristiche specifiche di ogni paziente. Quindi una figura che offre competenze molto specifiche, che richiedono studio e aggiornamenti costanti.
Quali sono i prossimi traguardi da raggiungere per l’oncologia medica?
Le proiezioni sui casi di tumore sono preoccupanti: gli ultimi dati certi dell’Agenzia internazionale contro il cancro (Iarc) riportano per il 2022 quattro milioni e mezzo di nuove diagnosi di tumore in Europa, che potrebbero diventare 5 milioni e mezzo nel 2045. Per fortuna, la ricerca ha fatto passi da gigante: oggi tanti pazienti vengono curati, cioè la malattia viene completamente eliminata, e in molti altri casi le persone che si ammalano possono vivere più a lungo. Non dobbiamo però dimenticarci che la situazione non è risolta: ancora 10 milioni di pazienti al mondo muoiono ogni anno, quindi gli investimenti in ricerca e cure che siano accessibili a molte più persone sono un obiettivo importante ancora da raggiungere, per cui bisogna ancora lavorare tanto.