Il gruppo tedesco Kraftwerk, pioniere della musica elettronica, ha offerto uno spettacolo multimediale che ha fatto viaggiare il pubblico presente nella nuova Festhalle di Berna, fra elementi fluorescenti, immagini in 3D e suoni robotici.
Al centro della musica dei Kraftwerk c'è da sempre l'"uomo-macchina" (The Man-Machine), che dà il titolo all'omonimo e iconico album del 1978. Un'idea che si concretizza nei concerti dal vivo. Della composizione originale degli anni 1970 rimane soltanto Ralf Hütter, uno dei fondatori assieme a Florian Schneider. Quest'ultimo aveva lasciato il gruppo nel 2008 ed è morto nel 2020.
La Festhalle di Berna, inaugurata a fine aprile a due passi dallo stadio Wankdorf, viene a colmare un vuoto nella capitale elvetica, mettendo a disposizione una sala eventi che può ospitare fino a 9'000 persone. Completamente nera e dotata di un grande spazio modulabile, è stata allestita per l'occasione interamente con posti a sedere.
Sul palco, estremamente sobrio e decisamente minimalista, sono state disposte quattro postazioni con i rispettivi computer.
Sul grande schermo sul fondo della scena sono stati proiettati i numeri 1-2-3-4-5-6-7-8. Alle 20:00 in punto, le luci si sono spente e poco dopo, i quattro membri dei Kraftwerk sono entrati tra gli applausi del pubblico, vestiti tutti allo stesso modo, in nero con elementi fluorescenti che cambiavano colore a seconda della luce e del brano. I numeri sono stati ripetuti da una voce robotica in diverse lingue, compresa l'italiano.
In una delle canzoni più famose, lo schermo si è trasformato in un turbinio di colori, un vero viaggio nel mondo robotico in cui le immagini sono risultate perfettamente sincronizzate con i suoni.
Successivamente si è tornati al verde e a una maggiore semplicità, con le note principali emerse chiaramente, prima di riportare il pubblico in un vortice di bit e colori, che alla lunga ha affaticato gli occhi più sensibili.
Durante l'esecuzione di "Spacelab", il pubblico si è ritrovato all'interno di una navicella spaziale dalla quale ha osservato la Terra; i quattro membri sembravano quasi astronauti. Esplorando il pianeta, sulla mappa è comparso un punto rosso: Berna. La navicella è atterrata proprio lì, alla Festhalle, la cui foto è stata proiettata sullo schermo.
L'acustica della sala è risultata notevole. Ai suoni più grezzi e robotici i Kraftwerk ne hanno alternato altri più morbidi e vibranti.
Un momento di silenzio è stato interrotto dalla voce di Hütter che ha annunciato di dover riavviare un computer, poco prima dell'attacco di "The Man-Machine", uno dei brani più celebri. Il rosso e il bianco hanno dominato la scena con scritte sullo sfondo e forme geometriche nette e riconoscibili.
Subito dopo, la band è stata costretta a fermarsi nuovamente. "Così non possiamo continuare. Facciamo una pausa", ha detto Hütter. La pausa è stata breve, per la gioia dei presenti, e il concerto è ripreso con un set compatto e pochissime interazioni con il pubblico, scelta perfettamente coerente con il concetto di uomo-macchina.
Per "Autobahn", il cui omonimo album (1974), ha segnato la transizione del gruppo dal krautrock alla musica elettronica, il pubblico si è ritrovato a percorrere una vera autostrada animata. Dopo le interruzioni tecniche, l'atmosfera si è leggermente affievolita, ma il senso di viaggio evocato dal brano è rimasto.
Sono seguite "Computer Liebe", accompagnato da immagini tratte da un vecchio film, e "Das Model", accolta con grande entusiasmo dal pubblico.
Momenti più rilassati e quasi lounge sono arrivati con "Neonlicht", inizialmente in tedesco e poi, nella seconda parte, in inglese, con una palette sonora particolarmente elegante.
I Kraftwerk hanno anche reso omaggio al compositore e musicista giapponese Ryuichi Sakamoto, grande amico di Hütter scomparso nel 2023, con una cover della colonna sonora "Merry Christmas Mr. Lawrence" (1983) per l'omonimo film.
Poco prima è stata proiettata una foto che ritrae Hütter con Sakamoto, a cui il membro fondatore del gruppo ha fatto riferimento spiegando che la loro amicizia risale ai tempi del loro primo concerto a Tokyo nel 1981. Un bel momento strumentale con note pianistiche, con lo schermo nero.
La band ha ricordato i luoghi segnati da disastri nucleari come Chernobyl (Ucraina), Fukushima (Giappone), Harrisburg (USA) e Sellafield (GB) in "Radioaktivität". Il brano è cantato in diverse lingue. Con "Tour de France", i fan si sono immersi in vecchie riprese della celebre gara ciclistica accompagnata da una musica elettronica cantata in francese.
Sul finale, i membri sono apparsi sullo schermo in versione robotica stilizzata, a rappresentare la fusione tra uomo e macchina. Uno dopo l'altro hanno lasciato il palco. "Buonanotte, arrivederci", ha salutato Hütte prima di eclissarsi.
Tornati per un encore con "The Robots", insieme ai loro alter ego digitali in 3D, si è raggiunto il culmine della fusione tra uomo e macchina.