La recensione

Veronica Raimo, un tuffo acrobatico nel femminile

Esce per Einaudi ‘La vita è breve, eccetera’, l’ultimo libro della scrittrice Premio Strega Giovani 2022

Veronica Raimo
9 febbraio 2024
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Sono diversi i motivi che ci portano a scegliere un libro piuttosto che un altro: un autore che abbiamo letto o di cui abbiamo sentito parlare, una fascetta pubblicitaria che riporta entusiasti stralci di recensione, una trama promettente o, più semplicemente, la copertina. A volte, però, è il titolo a costringerci ad abbassare lo sguardo e afferrare il volume per guardarlo meglio. È lui la prima porta d’accesso in grado di fornire un immediato imprinting su ciò che stiamo tenendo tra le mani.

‘La vita è breve, eccetera’, l’ultimo lavoro edito da Einaudi della scrittrice vincitrice del Premio Strega Giovani 2022 Veronica Raimo, è senza dubbio uno di quei titoli che non passa certo inosservato ma che, anzi, trafigge l’occhio del lettore imponendogli di fermarsi un attimo a leggere il resto. E già questa crasi tra masticato senso comune e leggera ironia fornisce una giusta chiave di lettura suggerendoci con un filo di indolenza di non appesantirci troppo, anche in mezzo alla tempesta.

Questa raccolta di undici racconti è composta da un mosaico di ritratti al femminile non connessi tra loro, dove sono le donne il centro della narrazione. Undici personaggi diversi che incontriamo nel mezzo di qualcosa, undici fotografie che immortalano solo una porzione, lasciando le storie sospese in quell’attimo, con un finale aperto a tanti sviluppi possibili. L’alternarsi di voci che si susseguono a volte in prima persona altre in terza crea un effetto vagamente straniante perché, pagina dopo pagina, viene da chiedersi dove vogliano andare a parare tutte queste figure e se i fili che sembrano correre paralleli siano destinati a confluire in un’unica trama.

L’io che torna più volte potrebbe appartenere alla stessa donna, colta in momenti completamente diversi della propria vita, come a tante altre. Un io singolo o forse multiplo che Raimo decide di lasciare in sospeso, dando al lettore il compito di completare il quadro, invitandolo a compiere esercizi di immaginazione. La vita è breve, eccetera, ma continua oltre le pagine scritte se riusciamo a entrare nelle esistenze così diverse delle singole protagoniste. È un tuffo acrobatico nel femminile, questo libro. Schietto, asciutto, multiforme e capace di toccare con irriverente profondità alcune corde in cui la maggior parte del cosiddetto gentil sesso potrà riconoscersi. Gli uomini ci sono, in disparte, visti dall’occhio ironico e spregiudicato di una lei a volte adolescente, altre scrittrice, documentarista o giornalista. Sono storie intime di relazioni andate a male, di esperienze giovanili, di abbandono, di bizzarrie creative, di tradimenti e avventure, raccontate con una scrittura veloce e immediata in grado di aprire squarci di riflessione sulla diversa natura delle relazioni, sui meccanismi che ognuno di noi costruisce per stare al mondo. Al centro dell’ultimo racconto una donna affronta il dolore dopo la separazione dal compagno. Parla in prima persona, ragionando sulle varie definizioni del lasciarsi che diventano un leitmotiv narrativo cadenzando l’andamento della storia:

Lasciarsi non significa nulla.
Lasciarsi non è un punto fermo nel tempo. Scolpito. Immobile.
Lasciarsi non è un passaggio. Una svolta. Non esiste un prima e un dopo.
Lasciarsi è un’esperienza continua. È innesco e permanenza.
Dopo una settimana, nella libreria c’erano i buchi e il cestino dell’umido non è stato più svuotato perché non sono stati consumati pasti dentro casa. Il mio borsone da viaggio non è tornato.
Avremmo avuto molti pretesti per telefonarci e non li abbiamo usati.

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