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‘Dare la vita’, il manifesto della famiglia del futuro

Rizzoli pubblica il libro postumo di Michela Murgia, testamento morale e riflessione profonda che sfida i canoni convenzionali di famiglia e maternità

L’autrice, scomparsa il 10 agosto 2023
25 gennaio 2024
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“Stato interessante. […] È un termine curioso. Da un lato sottintende che tutti gli stati di vita della donna che non implicano l’essere incinta siano privi di interesse. Dall’altro suggerisce che a quello specifico stato tutti (e in particolare lo Stato) dovrebbero prestare un’attenzione particolare”. Con queste parole, Michela Murgia apre la sua ultima opera, curata da Alessandro Giammei e terminata poco prima della prematura scomparsa dell'autrice sarda. Il titolo paradigmatico del libro postumo, ‘Dare la vita’, ci introduce nel profondo della sua riflessione sulla maternità, ponendo le basi per un'analisi lucida e politica sulla costruzione delle famiglie al di là dei legami di sangue.

La voce di Michela Murgia, scomparsa il 10 agosto 2023, risuona attraverso le pagine del libro, consegnando un testamento morale che rivendica l’indipendenza dalle convenzioni delle famiglie tradizionali e introduce il concetto, ancora troppo limitato, di possibilità di scelta, e di come proprio quest’ultima possa contribuire all’autodeterminazione femminile. Attraverso il suo saggio transfemminista, la scrittrice s'immerge in un'analisi della famiglia moderna, aprendo la porta a definizioni apparentemente nuove da aggiungere al vocabolario quotidiano, come ‘famiglie queer’ e ‘figli d'anima’. Famiglia e individui che, nonostante esistano da sempre, nel 2024 suscitano ancora spavento, rimarcando la resistenza delle idee conservatrici e la difficoltà nel superare completamente i pregiudizi radicati nel tessuto sociale.

Mesi dopo la sua scomparsa, Murgia continua a contribuire al dibattito sociale su temi come la famiglia queer, la gestazione per altri e la libertà di scelta nella maternità. La scrittura affilata dell’autrice affronta senza timore la questione della gestazione per altri (Gpa), collegando abilmente le sfaccettature sociali con quelle di classe, sottolineando la necessità di una legislazione che protegga le parti vulnerabili e smantelli gli ostacoli economici che costringono le donne a scelte non desiderate. E proprio quando papa Francesco scuote la testa contro la surrogazione, Michela Murgia mette in discussione l'intera retorica, spiegando che la maternità non si surroga e l'utero non si affitta, in quanto non è una casa vacanza vista mare.

In un'Italia dove la politica sembra ancora legata alla missione di mettere al mondo bambini per il bene della nazione, ‘Dare la Vita’ è come un bicchiere d'acqua fresca in un deserto di tradizioni polverose. Il sarcasmo della scrittrice, che fa sorridere e meditare, è sempre stato il suo dono principale, capace di far vedere la vita attraverso un obiettivo in cui il serio e l'umoristico danzano insieme senza calpestarsi i piedi. Il linguaggio di Murgia ci guida in un viaggio attraverso il labirinto delle sue riflessioni, un atto di liberazione e identificazione che si svela come un testamento morale e una chiamata alla rivoluzione del pensiero.

‘Dare la Vita’ è un trattato eterno che, attraverso l'abile arte maieutica di Murgia, forgia la consapevolezza che la redenzione del mondo sarà collettiva, fondata sull'inclusione e la fluidità delle decisioni. L'autrice si eleva, ora più che mai, a guida illuminata per affrontare il futuro con occhi aperti e menti libere.

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