Culture

All'asta a New York ‘Images of a Woman’, il dipinto dei Beatles

Realizzato a otto mani, è frutto dell'isolamento imposto dalle autorità giapponesi a Tokyo nel '66, per tutelare l'incolumità dei Fab Four dai fan locali

Immagini di una fan
(Wikipedia)
22 gennaio 2024
|

Va all'asta da Christie's a New York un quadro, forse l'unico, dipinto a otto mani dai Beatles. ‘Images of a Woman’, offerto il primo febbraio con una stima compresa tra i 400 e i 600mila dollari, è il frutto dell'isolamento al quale nel 1966 i quattro di Liverpool, ormai superstar, furono costretti dalle autorità giapponesi, preoccupate per la loro incolumità. Quell'estate John, Paul, George e Ringo passarono 100 ore chiusi nella Presidential Suite dell'Hilton di Tokyo, una straordinaria cautela decisa dalla polizia per garantire che nulla potesse succedere ai cantanti, oggetto di adorazione di folle di fan e spesso vittima di minacce durante le tournée, tra cui, in Giappone, quelle dei nazionalisti infuriati che a divi della musica occidentale fosse stato concesso di esibirsi al Budokan, l'arena considerata un tempio delle arti marziali in cui il manager Brian Epstein aveva organizzato cinque concerti.

“È un quadro che cristallizza un momento magico nella storia della band”, ha dichiarato l'esperto di Christie's, Casey Rogers, convinto che il dipinto potrà attirare una vasta gamma di collezionisti: “Da un lato è un'opera d'arte, dall'altro un cimelio di celebrità mondiali”. I Beatles interruppero i tour due mesi dopo la tappa a Tokyo: “Per questa ragione il dipinto è speciale, perché non accadde mai più, dopo quell'episodio, che si trovassero tutti assieme chiusi in una stanza senza molto altro da fare”, ha spiegato lo storico e biografo dei Beatles, Mark Lewisohn.

Robert Whitaker, il fotografo della tournée, ne ritrasse il lavoro in progress: i musicisti seduti a un tavolo, davanti a loro fogli di carta, una lampada nel mezzo, e ciascuno immerso nel suo quadrante a creare un’immagine che alla fine si sarebbe congiunta alle altre. Il quadro rimase in Giappone: fu acquistato da Tetsusaburo Shimoyama, un executive dello spettacolo, poi, alla fine degli anni Ottanta, dal proprietario di un negozio di dischi, Takao Nishino, che nel 2012 lo mise all'asta. Quanto al titolo, si deve a un giornalista giapponese, pensando che Paul, per il suo quadrante, si fosse ispirato a una vagina.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE