LA RECENSIONE

‘Gli indomabili’: trent'anni della nostra storia

In cinque episodi, la serie Rts (visibile su Play Suisse e in onda la domenica alle 22,40 su La1) segue le vicende di tre ragazzi dal 1973 al 2003

Joe, Chiara e Lulu nel 1973
(@Sarah Baumgartner)
20 novembre 2023
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Chiara: "Ma come fate a sopravvivere qui? È peggio che al Polo Nord...".

Lulu: "È per questo che beviamo!".

È il 1973. In una cittadina del Giura agitato da tensioni separatiste si trasferisce l'adolescente Chiara, aspirante musicista, figlia di immigrati siciliani. Porta allegria, intelligenza, ironia e anticonformismo in un ambiente chiuso, bigotto, poco accogliente e schifosamente machista. Risponde a tono alle battutine razziste delle biondissime compagne di classe, subisce uno stupro da parte di un clan di bulli e la non meno umiliante indifferenza della polizia, a cui si è inutilmente rivolta. Stringe amicizia con due ragazzi politicamente impegnati, due sognatori ingenui di diversa estrazione sociale: Lulu, di famiglia proletaria, e Joe, figlio di un ricco industriale, con ambizioni artistiche brutalmente soffocate dal tirannico padre, e tendenze omosessuali frenate dalle convenzioni borghesi e dai pregiudizi cattolici.

I tre, che si promettono di non abbandonarsi mai e di sostenersi nella buona e nella cattiva sorte, coltivano ideali vagamente rivoluzionari, sognano, com’è giusto alla loro età, di cambiare le cose, e si ’formano‘ frequentando la Fattoria degli Indomabili, in cui incontrano una pittoresca congrega di anarchici, che mettono in discussione le autorità costituite, i valori trasmessi dalla politica e dalla religione, le nozioni tradizionali della coppia e della famiglia. Impareranno a loro spese la fatica di diventare grandi, l'impossibilità di conciliare la teoria con la prassi senza compromettersi con la realtà. Verrà il momento delle scelte, degli imprevisti, della vita che presenta il conto: il crescente consumo di droga reprimerà la voglia di cambiamento dei giovani, la diffusione dell'AIDS creerà una nuova categoria di emarginati, la caduta del Muro di Berlino e la guerra nei Balcani provocheranno ondate migratorie. La Storia, insomma, avrà conseguenze sui piccoli destini umani di chi sperava di cambiare il mondo e si accorge, invece, di esserne stato cambiato, non necessariamente in meglio.

Microstorie nella macrostoria

La trama della serie della Rts ‘Gli indomabili’, che riprende quella della graphic novel ’Les Indociles' (scritta da Camille Rebetez e disegnata da Pitch Comment), segue in cinque episodi (in onda la domenica sera su La1 alle 22,40 e in visione su Play Suisse) l'evoluzione dei tre nel mutevole scenario politico del Giura e della Svizzera nell'arco di trent'anni, fino al 2003, quando l'ingresso di nuovi personaggi, la sparizione di altri e una quantità di intrighi sentimentali degna di una soap opera (dai quali deriverà una famiglia allargatissima) costringeranno i sopravvissuti a tirare le somme, rendendo conto dei successi e soprattutto dei fallimenti ai ragazzi che erano stati un tempo, ognuno con il suo viaggio, ognuno diverso, e ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi.

Lulu, in particolare, metterà in piedi un centro di accoglienza per sbandati, esclusi, reietti, tossicodipendenti a cui offrirà un tetto, un pasto caldo e assistenza medica gratuita: sporcarsi le mani con i dannati della terra, i loro problemi e le loro vite in frantumi sarà un modo per tenere fede ai suoi vecchi ideali, lasciando inascoltate le sirene dell'imborghesimento e della normalizzazione. A suo figlio Siddharta, che rischierà di perdersi e combinerà qualche guaio prima di trovare la sua strada, il compito finale di tirare le somme, ma non anticipiamo come. E se Lulu è il perno del racconto, sono le due interpreti della Chiara giovane e della Chiara adulta, le italiane Fotinì Peluso e Maya Sansa, a giganteggiare sugli altri attori di questa fiction interessante, ben illustrata da una notevole colonna sonora.

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