Lugano

Film Festival Diritti Umani, premio all'iraniana Manijeh Hekmat

Il riconoscimento più importante dell’Ffdul alla regista che ‘non si limita a rappresentare la realtà, ma la sfida e la mette in discussione’

Manijeh Hekmat
13 settembre 2023
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“Il suo cinema, che racconta da sempre la società iraniana con uno sguardo attento alla condizione femminile, non si limita a rappresentare la realtà ma piuttosto la sfida, la esplora e la mette in discussione in maniera audace e incisiva. I suoi film invitano il pubblico a riflettere sulle ingiustizie, le discriminazioni e le sfide che la società affronta, incoraggiandolo a considerare il proprio ruolo come cittadini attivi e partecipi nel promuovere un mondo più equo e giusto”.

È la motivazione del Premio Diritti Umani per l'Autore 2023, che il Film Festival Diritti Umani Lugano – dal 19 al 29 ottobre – assegna alla regista iraniana Manijeh Hekmat, che sarà presente a Lugano per ritirare il premio e presentare due capitoli importanti della sua filmografia: ‘Women's Prison’, che racconta la storia di una detenuta nelle carceri iraniane e la sua protesta contro il trattamento disumano e i dogmi del governo, film del quale esiste una sola copia in 35 mm, e che verrà mostrato all’Ffdul in una versione digitale provvisoria, allestita appositamente per il Festival. La seconda pellicola omaggiata sarà invece ‘19’, storia della pittrice Mitra che, a causa del Covid-19, entra in coma e inizia a viaggiare nei suoi ricordi e in quelli di un’intera società. Il film ha vinto il Life Beyond Life Film Festival di Torino.

Anche produttrice

Nata nel 1962, Manijeh Hekmat è una delle figure centrali del cinema politico iraniano. Nel 1995 ha iniziato la sua carriera cinematografica come produttrice; il suddetto ‘Women's Prison’, rappresenta il suo esordio ed è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia; l’anno successivo è stato premiato con l’Amnesty International Award al Festival di Rotterdam. Sulla lavorazione di quel film, così si era espressa Hekmat: “Non potevamo costruire un carcere come set a causa della nostra situazione economica difficile. Quindi abbiamo dovuto convincere le autorità a farci lavorare in carceri vere e proprie. Ci siamo rivolti alle autorità giudiziarie, che hanno immediatamente rifiutato la nostra proposta. Non mi sono arresa affatto. Ho avuto 42 incontri diversi con le autorità in tre mesi e alla fine ho ottenuto il carcere”. Una volta terminato, il film è stato censurato dal governo iraniano.

Tutti i film di Hekmat hanno riscosso grande successo a livello mondiale, ma trovato non poche difficoltà nel suo Paese. L’importanza della sua figura risiede però anche nel suo ruolo di produttrice che le permette di sostenere un’industria che vive da tempo grandi difficoltà, con artisti e registi regolarmente perseguitati e incarcerati. “L’Ffdul vuole dedicare il Premio Diritti Umani per l’Autore 2023 a tutti gli artisti e a tutte le donne in particolare, in un momento molto difficile della società iraniana, omaggiando un’artista che, attraverso il cinema, ha intrapreso un viaggio resistente e tenace nella creatività e nella ricerca, nella vita e nella morte, nell'amore e nella guerra”, commenta Antonio Prata, che dell’Ffdul è direttore. “Un percorso politico ma anche pieno di immaginazione in cui l’autrice, nonostante le tante difficoltà e le censure incontrate come donna e come artista, non smette mai di sognare, di rincorrere un futuro migliore e libero per sé e per il suo popolo”.

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