Culture

Valentina Bonsignori, abiti e parole. ‘Scrivere è libertà’

Cosa accade quando l'editoria incontra il mondo dei social? Intervista all'autrice di ‘Lampo Genziana! Ritagli di vita ordinaria e straordinaria’

‘Lampo Genziana! Ritagli di vita ordinaria e straordinaria’
(V. Bonsignori)
6 luglio 2023
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Valentina Bonsignori è creatrice di abbigliamento indipendente e ‘Lampo Genziana! Ritagli di vita ordinaria e straordinaria’, edito dall’Istituto Editoriale Ticinese, è il suo libro d’esordio. Si tratta di una raccolta di scritti originariamente apparsi sui suoi profili social e che ora compongono il volume che lei definisce «un profilo Instagram su carta». «Doveva essere forzatamente un libro che parlasse del Ticino» per poter essere pubblicato nella collana ‘Storie di qui’, racconta l’autrice, «anche se poi non parlo solo del Ticino, ma ci sono anche pensieri e racconti ambientanti altrove oppure inventati».

Il suo libro ‘Lampo Genziana! Ritagli di vita ordinaria e straordinaria’ è uscito nelle librerie da poco più di una settimana. Come è stato accolto dai lettori e dalle lettrici?

È stato accolto bene, ricevo quotidianamente messaggi entusiasti di ringraziamenti e commenti, a volte, anche toccanti. C’era già un pubblico di riferimento, composto dai miei follower, che inizialmente si interessava alle mie creazioni, ma con il tempo questo interesse ha cambiato direzione, tante persone si sono interessate di più ai testi piuttosto che agli abiti. La persona che è stata l’aggancio tra me e la mia editor Sara Groisman, ha dichiarato molto candidamente di non aver mai guardato le foto che postavo, ma di essersi sempre concentrata solo sui testi.

La maggior parte delle persone oggi ha famigliarità con i post su Instagram e Facebook. Come mai la scelta editoriale di mantenere una forma riconducibile alle didascalie social per un libro?

Parte dei racconti presenti nel libro erano allegati alle foto promozionali della mia attività online perché ho sempre trovato più interessante e divertente scrivere dei testi di questo genere, degli scampoli di vita personale, anziché una descrizione precisa della composizione del capo fotografato. Poi nel tempo mi sono resa conto, grazie ai commenti e ai messaggi, che i miei testi suscitavano interesse tanto quanto le immagini del mio lavoro, perciò sono stata spronata a continuare a scrivere. Pubblicare sui social mi ha dato una spinta in più, tant’è che poi sono stati notati da Sara Groisman. È stata una scelta della editor mantenere, ad esempio, le domande per concludere un frammento. La domanda nei post serve esclusivamente a generare traffico nel profilo: per avere più commenti e per avere più possibilità di essere visualizzati. Trovo che mantenere le domande all’interno del libro non solo completino i testi, ma li rendono graffianti. Inoltre, abbiamo scelto di arricchire il volume con delle fotografie, alcune di queste riportano le tipiche icone di Instagram che secondo me conferiscono al libro un aspetto molto contemporaneo; sembra quasi di sfogliare un profilo Instagram su carta.

Due attività, la scrittura e la creazione di abbigliamento, che sembrano quindi intrecciarsi tra loro?

No, non c’è alcuna trama che collega le mie due attività. Anzi, sono due attività che a volte si calpestano un po’ i piedi l’una con l’altra. Spesso mentre creo vestiti avrei voglia di scrivere, ma c’è l’impedimento dettato dal tempo, che non mi permette di interrompere il mio lavoro. Viceversa questa cosa non accade, non mi succede di stare scrivendo e avere voglia di mettermi a cucire.

Non considera la scrittura un lavoro?

Per il momento non lo è, ma non è neppure una passione. La scrittura è un’attività che mi permette tantissima libertà, che nella creazione di abiti non ho. Con il lavoro di creatrice di abbigliamento mi sono costruita un micro-mercato; perciò, devo soddisfare quelli che sono i bisogni delle mie clienti, per questo non ho molta libertà di esprimermi attraverso i vestiti al momento. Nella scrittura invece non mi devo rivolgere a nessuno, sono libera, c’è più intimità. Per me la scrittura rappresenta l’unico modo per stare nell’adesso, per avvicinarmi a me stessa, anche se i miei testi sono leggeri c’è un lavoro di introspezione alle spalle. Quindi la scrittura è più rappresentativa di chi sono e consegnare un libro è sicuramente più toccante.

Cosa troviamo quindi nel libro?

I 108 racconti che compongono il volume sono testi colorati, spensierati, leggeri. Per me la scrittura è trasformazione, espressione di certi stati d’animo, a volte anche pesanti, che riesco però a tramutare in immagini più lievi o come ha scritto Sara Groisman nella quarta di copertina: in bollicine.

«Penso ai salmoni che risalgono le acque per deporre le uova. A volte i miei pensieri sono salmoni rosa che a dispetto delle correnti di tutti i fiumi del mondo vanno dove la loro natura li porta» – 2.11.2018, I miei pensieri

“La sua natura”, tra scrittura e moda, dove la porterà?

Chi lo sa. Io continuerò a seguire i miei desideri, i miei pensieri, ma non so dove mi porteranno. In questa fase penso molto al presente: che è già abbastanza denso. Il futuro è un’incognita, sicuramente ci sarà il mio lavoro, perché mi piace farlo, ma la scrittura chi può dirlo come la svilupperò. Questa pubblicazione è stata una sorpresa.

Ricordiamo che Valentina Bonsignori incontrerà il pubblico giovedì 6 luglio alle 18.30 presso lo Spazio Elle a Locarno. Per l’occasione verranno letti alcuni estratti di ‘Lampo Genziana! Ritagli di vita ordinaria e straordinaria’, lettura che sarà seguita da un accompagnamento musicale di Bat Battiston. Sabato 8 luglio si potrà invece incontrare l’autrice durante il firma copie presso la Libreria Ascona di Ascona.

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