Interrogazione

Politica culturale: i fondi non sono usati scriteriatamente

Il governo risponde ai Verdi che avevano chiesto lumi sulla gestione dei finanziamenti della Confederazione per la promozione culturale

L’atto parlamentare chiedeva anche se esperienze come quella della Straordinaria di Lugano potranno avere seguito
(Ti-Press)
4 luglio 2023
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Secondo accordo, regolamenti e leggi. A essere laconici, questa è la risposta ridotta all'osso all'interrogativo ‘Come sono gestiti i fondi destinati alla cultura?’. Domanda che è alla volta nocciolo e titolo dell'interrogazione presentata il 21 aprile di quest'anno al Consiglio di Stato dal gruppo dei Verdi – prima firmataria la deputata Giulia Petralli –, intenzionato a fare chiarezza su alcune delle “molte questioni” – citando l'atto parlamentare – relative alla politica culturale cantonale; di cui abbiamo riferito a suo tempo. La risposta, nutrita, del governo ai nove quesiti dei Verdi è arrivata lo scorso 21 giugno, sottolineando fin dalle prime righe – con l'obiettivo di sconfessare quanto scritto dagli interroganti – “l'importanza del settore culturale” per la vita cantonale.

L'Aiuto federale è regolato da un accordo

Ma veniamo ad alcuni interrogativi, sui quali già in giugno si è posto l'accento: come la gestione dei fondi dell'Aiuto federale (Af), dati dalla Confederazione al Cantone per la promozione della lingua e della cultura italiane. Gli interroganti sollevavano dubbi circa la destinazione del denaro, asserendo che la Divisione della cultura e degli studi universitari (Dcsu) lo usasse “per finanziare i propri uffici (Osservatorio culturale, Ufficio analisi e patrimonio culturale digitale)”, piuttosto che assegnarlo a progetti. A questo proposito, il governo nella sua risposta premette che “come in altri settori, le fonti di finanziamento non possono essere utilizzate indiscriminatamente, ma sono legate ad accordi di collaborazione precisi (…)” sottolineando quindi che l'ambito “del finanziamento alla cultura non è articolato da prassi, ma da processi definiti in base ad apparati legali (leggi e regolamenti)”.

Citando alcuni passi dell'accordo fra Confederazione e Cantone sull'uso dell'Af, l’esecutivo evidenzia in primo luogo che “il primo destinatario dei fondi è il Cantone, tramite progetti e programmi gestiti internamente impiegando personale stipendiato” che ha il compito di realizzare “progetti e programmi volti a salvaguardare e promuovere la lingua e la cultura italiane sul territorio cantonale e nazionale”. Riferendosi allora al punto 5.2 del summenzionato accordo, il Consiglio di Stato elenca alcune delle istituzioni e organizzazioni attive sul territorio che operano in questo senso, fra cui proprio l’Osservatorio culturale del Cantone Ticino (Oc); l’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana (Olsi) e il Sistema per la valorizzazione del patrimonio culturale (Svpc).

L'Osservatorio culturale è ‘un buon investimento’

Ma il punto è, e se lo chiedevano i Verdi, se l'operato dell'Oc (scritto alla spiccia) risponde all'incarico di promozione culturale oppure è “solo” una spesa amministrativa. Il CdS, forte del proprio Rendiconto, risponde che, oltre “all'importante mandato di analisi e di statistica in ambito culturale”, l'istituzione – che “non è un'iniziativa emarginata, ma è in rete” – ha anche “proposto momenti di dialogo e interazione con gli operatori sul territorio” e a supporto ricorda quanto prodotto nel corso del 2022, sottolineando che “i temi sviluppati non sono decisi autonomamente, ma rispondono a richieste ed esigenze sviluppate in rete”. A conti fatti e al netto delle risorse limitate di cui dispone, il governo conclude affermando che “l'Osservatorio è un buon investimento”.

Trasparenza e spazi per la cultura indipendente

L'interrogazione, fra le innumerevoli questioni, chiedeva ancora perché la Dcsu non pubblichi con trasparenza e tempestività l'elenco dei progetti terzi con le relative somme assegnate. Ma la trasparenza, garantisce il governo, è “assicurata da tutta una serie di strumenti che sono stati adottati da tempo, alcuni sviluppati proprio grazie all’Osservatorio culturale”, e la rendicontazione della Dcsu è reperibile in diverse fonti ufficiali, fra le altre nel Rendiconto del Consiglio di Stato, nei resoconti annuali pubblicati sulle pagine dell'Ufficio del sostegno alla cultura, nel Rapporto statistico e nel Quaderno Cultura pubblicati dall'Oc, consultabili online sul sito della Biblioteca digitale del Cantone Ticino.

Infine, circa la richiesta riguardante la facilitazione e la promozione di spazi destinati alle realtà culturali indipendenti (formulata sulla scorta della positiva esperienza della Straordinaria di Lugano), il Consiglio di Stato scrive che “il Decs (Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport; ndr) sta valutando di allargare la Conferenza cantonale della cultura anche ai rappresentanti del settore culturale indipendente”, perché “il tema degli spazi per la produzione e l’espressione culturale indipendente è ritenuto centrale per il Dipartimento, che intende approfondirlo nel corso della legislatura e che lo metterà all’ordine del giorno della prossima seduta della Conferenza cantonale della cultura, nel mese di ottobre 2023”.

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