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‘Babilonia’, assecondare i mostri

Di Yasmina Reza, con la splendida traduzione di Maurizia Balmelli, il racconto in prima persona di un atto folle, insensato, sbagliato

Yasmina Reza e ‘Babilonia’, ristampato nella collana gli Adelphi a gennaio 2023
(Keystone)
14 giugno 2023
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“A un tratto, nel programma della notte, si apriva la possibilità di un’uscita di strada. Poiché mio marito mi aveva abbandonata, potevo anche tornare di sopra. Non è un male che la promessa sia delusa, è nello spazio della delusione che si esprime il nostro genio faustiano. Secondo Svante Paabo, uno dei miei professori di biologia, ci distinguiamo dagli uomini di Neanderthal soltanto per un’alterazione minima di un certo cromosoma. Una mutazione insolita del genoma che avrebbe consentito il salto nell’ignoto, la traversata dei mari senza alcuna certezza di una terra all’orizzonte, tutta l’umana febbre di esplorazione, di creatività e di distruzione. In sintesi, un gene della follia”.

‘Babilonia’, ristampato nella collana gli Adelphi a gennaio 2023 con la splendida traduzione di Maurizia Balmelli, è, a tutti gli effetti, il racconto in prima persona di un atto folle, insensato, sbagliato. Tutto accade nell’arco di una notte. In un palazzo qualunque della periferia di Parigi abitato da persone qualunque. Élisabeth, narratrice e protagonista, ha organizzato una cena a casa tra amici di vecchia data. C’è anche la coppia bizzarra dei vicini del piano di sopra, che sembra amalgamarsi ben poco con il resto della compagnia.

Questo è il nocciolo della storia. Da qui si sviluppano una serie di eventi sempre più pericolosi che mettono la donna di fronte a delle scelte. E lei, nella mansuetudine della sua vita tranquilla, senza scossoni, sceglie consapevolmente di addentrarsi in un mondo oscuro, dove le regole del buonsenso sono state abbandonate. Sarebbe però un peccato svelare cosa accade dopo che gli ospiti se ne sono andati. Non solo per una questione di trama. Ma anche perché ‘Babilonia’ non è un giallo costruito attorno alla scoperta dell’assassino. È ciò che avviene attorno ai fatti il vero nucleo di interesse del romanzo. Ciò che conta davvero è scoprire poco a poco come si riverberano gli eventi su questa donna di sessant’anni, alle prese con il tempo che passa, il corpo che cambia, un passato sempre più consistente “che diventa gessoso come il muro dei dimenticati”.

Yasmina Reza, con una scrittura semplice ed eccezionale, riesce a destare fin dalle prime pagine la curiosità del lettore, disseminando qua e là piccoli indizi che rimandano a quel futuro in cui tutto è già accaduto. Ma sono solo accenni, quasi dimenticati tra un pensiero e l’altro, mentre il racconto procede con episodi di vita, affreschi dal passato. La morte della madre, un viaggio a Venezia, la passione giovanile per la fotografia, l’incontro con Jean Lino, il solitario vicino del piano di sopra, contribuiscono a creare un ritratto della protagonista, a rendercela più vicina e familiare nella sua esistenza, che somiglia a quella di molte altre. Scardinare il quotidiano con qualcosa di extra ordinario non sempre è una buona idea. Anche se assecondare i mostri notturni può portare alla scoperta di una parte di sé, selvatica e immune alle regole sociali.

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