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Hans Magnus Enzensberger e gli ‘Artisti della sopravvivenza’

‘Sessanta vignette letterarie del Novecento’ da Hamsun a Pound, da Céline e Malaparte e D’Annunzio

Hans Magnus Enzensberger
(Keystone)
18 ottobre 2022
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Una galleria di personaggi vari della letteratura mondiale del Novecento, una serie di ben sessanta schede, nelle quali emergono gli elementi essenziali dei vari personaggi, in relazione anche ai loro atteggiamenti con il potere, e in fondo anche una compilazione diligente. Tutto questo a opera di uno dei protagonisti più accreditati della vicenda culturale degli ultimi decenni, lo scrittore, poeta e saggista tedesco novantaduenne Hans Magnus Enzensberger.

Il suo libro si intitola ‘Artisti della sopravvivenza’ (Einaudi, p.170, €.19, traduzione di Isabella Amico di Meana) e diciamo subito che si presta a una lettura veloce e agevole. Il sottotitolo dice trattarsi di: ‘Sessanta vignette letterarie del Novecento’ e l’autore ci offre brevi ritratti, tra opera e soprattutto vita, degli scrittori prescelti. Tra questi non mancano figure di controversa grandezza, autori che hanno inciso in modo netto con la loro personalità artistica, ma che non di meno si erano fatti notare per la gravità negativa anche estrema delle posizioni assunte nella realtà storica del tempo. Partendo dal premio Nobel norvegese Knut Hamsun, che firmò un necrologio di Hitler, e poi Pound, Céline, ma anche i nostri Malaparte e D’Annunzio. Il percorso è comunque libero e aperto e sarebbe qui impossibile dar conto dei maggiori dettagli che coinvolgono vita e lavoro di grandi autori, nella chiara consapevolezza che la vicenda privata appartiene, per quanto vistosa, a un ambito che comunque, mi sia consentito, l’opera importante nettamente oltrepassa. In ogni caso, in questo excursus che va da Hamsun a Brodskji, eccoci a Gertrude Stein, che giudicò Hitler, degno di "ricevere il Nobel per la pace", dicendo poi di essersi espressa "in senso ironico", giudicando poi Pétain "un politico coraggioso".

Enzensberger ci ricorda che Zdanov giudicò Achmatova "una scalmanata dama da salotto", che Mandel’stam fu esiliato e Stalin ordinò di "conservare" il poeta, ma "isolandolo", che Pasternak accettò dapprima il Nobel ma dovette poi rifiutarlo. Di Brecht dice: "era uno che bisognava ammirare ma evitare" e che "era un lungimirante stratega politico", mentre Sartre, sofferente per la sua bassa statura (1,56), fu definito da Orwell "un pallone gonfiato". Ma Enzensberger arriva a Moravia, che vide con amici a Roma al caffè Rosati, dove gli pareva ostentasse "un’espressione truce". Insomma, l’autore ci offre un campionario di varia umanità geniale da perlustrare con attenzione.


Il libro

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