Culture

Addio ad Antonio Pelli, voce della ‘Domenica popolare’

Si è spento all’età di 73 anni, 33 dei quali trascorsi tra l’informazione e l’intrattenimento, rigorosamente radiofonico

Antonio Pelli
27 maggio 2022
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Era nato a Lugano nel 1949 e alla Radiotelevisione svizzera aveva realizzato un originale transito dalla cronaca giudiziaria alla seguitissima ‘Domenica popolare’. Voce storica della Rsi, Antonio Pelli si è spento all’età di 73 anni, 33 dei quali trascorsi tra l’informazione e l’intrattenimento, rigorosamente radiofonico. "Essere solo una voce può scatenare fantasie, perché la radio suscita la fantasia, e la si può ascoltare facendo la polenta e il brasato. È per questo che mi piace". Così anni fa, nell’ultimo suo giorno al microfono. "Attacco la voce al chiodo, come si dice. Vado in pensione anticipata", diceva al suo pubblico. E nell’intervista televisiva, sempre quel giorno, dava il senso di un programma tanto amato dai ticinesi: "Molti intellettuali hanno arricciato il naso ascoltando la ‘Domenica popolare’, non la ritenevano molto istruttiva. E invece questo momento è stato il sale messo sulla pietanza, siamo stati un ponte. Abbiamo fatto sentire gli ascoltatori protagonisti di un momento della loro vita, protagonisti della telefonata e dell’animazione sociale prodotta nei giorni seguenti, nei loro luoghi di valle, di quartiere".

Alla Rsi, dal 1994, Pelli era stato responsabile dei programmi dialettali e in particolare del teatro in radio. Ma era stato attivo anche in politica, quale sindaco di Aranno dal 1984 al 1988 e presidente dell’Associazione dei Comuni del Malcantone dal 1988 al 1996. Come scrittore, si ricordano ‘Scarpe e polenta. Un viaggio letterario nella Svizzera italiana del Novecento’ (Salvioni, 2001) e ‘Lo sguardo degli altri: l’immagine della Svizzera italiana nei viaggiatori del Settecento’ (Salvioni, 2004), scritti con Renato Martinoni. L’amico Jacky Marti, via social, regala alla Rete un ricordo pubblico, il video di quell’intervista di fine carriera, e uno più intimo, quello di un "libero pensatore e poeta, per 33 anni collega in Radio e prima ancora compagno di classe al ginnasio, al liceo e all’Università di Pavia". Un "libero pensatore disgustato dalla politica che crea egolatria ovunque", si legge sulla pagina Twitter di Pelli, che nell’ultimo suo giorno radiofonico lasciò gli ascoltatori citando l’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam: "Al contrario, i miei bei matti sono tutti grassottelli, lustri, senza una ruga, proprio come quelli che chiamano porcelli d’Acarnania, immuni, per certo, da qualunque disturbo senile, a meno che non si trovino a subire in qualche misura il contagio dei saggi, come capita, poiché la vita non consente mai una completa felicità".

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